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senatore della città di Roma (fig. 74), fu eseguito probabil-
mente nel tempo in cui Arnolfo di Cambio era a' suoi ser-
vizi, intorno al 1277. * Già addossato a una parete d’un’aula
capitolina, si vede ora all’entrata del palazzo dei Conservatori,
davanti a una finestra, così che non è quasi possibile a tutta
prima scorgerne i pregi. La testa del Re corrisponde alle
teste degli Evangelisti nel ciborio di Santa Cecilia, special-
mente ad uno del lato a sinistra, coi lineamenti virili, asciutti,
di ossatura grossa, gli zigomi forti, la pelle del volto tirata,
solcata da linee convergenti al mento, dalle pinne del naso e
dalle bozze zigomatiche. Porta una corona a traforo con castoni
di gemme quadre ed ellittiche, la capigliatura liscia arricciata
in basso. Piatte sono le orecchie e con la parte interna bucata;
l’ugola è sporgente come in una conca; agganciata la cla-
mide da una rosetta, come Arnolfo suol fare. Sotto la. cla-
mide regia si disegna la tunica e una sottotunica, e quella
lievemente s’increspa sul petto, come se, sotto, il Re por-
tasse una corazzina; ma le pieghe si fanno ampie nella cla-
mide cadente tra un ginocchio e l’altro, triangolari nel distac-
carsi dal corpo. Abbozzati sono semplicemente i piedi, perchè
non dovevan vedersi, essendo la statua posta in alto, proba-
bilmente sotto ad un arcone gotico, ° troneggiante su di un
! Cfr. WickKHorr, Die bronzene Apostelstatue in der Peterskirche, in Zeitschrift
tir bildende Kunst, 1889, p. 109 e seg. Il Wickhoff attribuì la statua a Arnolfo per
la parentela che essa dimostra con la Madonna d’ Orvieto e per il ricordo de’ servigi
dati dallo scultore a re Carlo I; ma poco si trattenne sulla statua medesima.
Trovò nel simulacro molta vivezza (viel lebendiger) nella testa, dei particolari
pieni di naturalistica finezza (der Kopf voll feiner naturalistischer Details). Il GrISAR
(Analecta Romana. Dissertazioni, testi, monumenti dell’arte riguardanti specialmente
la storia di Roma e dei Papi nel medioevo, I, 1899, p. 645) contraddisse al Wick-
hoff, che trova mancante di prove. Ma le contraddizioni del Grisar mancano di
ogni esattezza: basti il dire che di tutta la statua egli ammira soltanto le incom-
piute teste dei leoni del seggio regale: « il più bello, il più classico di tutta l’opera
sono le teste dei leoni nei bracciuoli del trono». Trova « inculto » il simulacro,
< la testa dura senza molta arte, e come tutto il simulacro, d’estrema rigidezza »,
le pieghe « condotte da mano inabile ».
° Notiamo che, nel cortile del Campidoglio, sopra al cippo d’Agrippina, si
vede un frammento d’arcone gotico, con una figura acefala in alto rilievo, a destra
del suo nascimento: è certo opera della scuola di Nicola d’Apulia.