Natività di fra’ Guglielmo a Pistoia, il bue e l’asino dove- lin
vano sporger la testa sul fanciullo divino in grembo di Maria; so
presso al gruppo doveva esservi almeno un angiolo assi. de
stente, come nella rappresentazione medesima sui pulpiti in
descritti di Pisa, di Siena e di Pistoia, e negli altri della a
scuola di Nicola d’ Apulia. E la presenza dei due animali Si
che dovevano scaldare il neonato, fa pensare che alla scena
dell’Adorazione de’ Magi andasse congiunta quella dell’Az- Vv
nuncio ai pastori, così come nel pulpito di fra’ Guglielmo, a ric
San Giovanni /uo7 civitas di Pistoia, a riscontro de’ Magi Ol
sono i pastori annunciati dall’angiolo. co
Quest’opera grandiosa, questa composizione che può con- ba
siderarsi la prima ad altorilievo dell’arte rinnovata da Ni- di
cola d’ Apulia, fu eseguita probabilmente non negli ultimi fig
tempi da Arnolfo, bensì in epoca prossima a quella del ci- me
borio di San Paolo fuori le mura, con le statue del quale ha un
i maggiori riscontri. Potrebbe credersi quindi che, al tempo fol
di Onorio IV, appena compiuto quel ciborio, Arnolfo met- co’
tesse mano al Presepe. La tradizione confusa e scorretta rac- il
colta dal Vasari e inascoltata, portava quindi in sè un ele- leg
mento di verità: non il III, ma il IV Onorio fece ricostruire «cal
da Arnolfo l’oratorium Praesepis nella basilica Liberiana. de
Santa Maria Maggiore serba inoltre il frammento di De
un’altr’opera, che dovette essere eseguita sotto l’influsso di de
Arnolfo, frammento dell’arca d’un vescovo, la quale si vede Pa
in un corridoio che mette nell’atrio della basilica. Resta del- ste
l’arca soltanto la figura episcopale stesa sul letto funebre, col Sa
capo mitrato su due origlieri ornati di quadrifogli, con il il
corpo avvolto in un paludamento pure ricamato a trifogli e mi
a quadrifogli dalle fibre mediane serpeggianti. Essa ha con- di
serte le mani guantate sul petto; ed è inclinata alquanto, sol
perchè lo spettatore potesse vederla, riposante nell’alto d’un
sarcofago, sotto un arcone ogivale. Quantunque mutilata nel
naso, la figura del vescovo appare poderosa e solenne, stringe P
le labbra forti, sS'’addorme come nel sonno eterno. Ne’ suoi sn
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