Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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esecuzione del mausoleo dell’imperatrice, non sappiamo dove 
lavorasse Giovanni Pisano.’ E così in seguito, dall’opera data 
a quel monumento in Genova sino alla fine, di data incerta, 
della sua vita, non possiamo indicare altro che i frammenti 
di grandi statue di Profeti e di mezze figure delle Virtù, 
eseguite a Firenze per Santa Maria del Fiore, e la Madonna 
della Cintola, in Prato, eseguita nel 1317.° 
Nel Museo dell’opera di Santa Maria del Fiore si vedono 
due grandi teste di Profeti (figg. 167 e 168), tormentate nella 
fattura e profonde di pensiero. La vita par che scoppî da 
quei volti, le ciglia, le sopracciglia, la barba, i capelli sem- 
brano mossi da un magnete. Oltre quelle teste poderose, lungo 
la scala del Museo dell’opera del Duomo fiorentino, vi è la 
mezza figura d’una Carità col cornucopia infiammato (fig. 169), 
opera di Giovanni. Questa Virtù teologale doveva trovarsi 
fra le altre due sorelle, e nel Museo medesimo ancora si 
vede il frammento di una di esse, indicato per il busto di 
una santa incoronata o di Santa Reparata. Corrisponde per 
fattura alle Virtù teologali del sostegno del pulpito pisano, e 
rappresenta la Fede, con corona gigliata e gli occhi in alto, 
con certi scuri delle sopracciglia che danno intensità allo 
sguardo. 
Non a torto dunque il Vasari raccontò che Giovanni, 
recatosi a Firenze per vedere la costruzione di Arnolfo, 
ebbe allogate parecchie opere dagli operai della fabbrica di 
Santa Maria del Fiore. Errò il Vasari nel determinarle, ma 
pure si fece eco d’una tradizione, che la presenza de’ fram- 
menti sopra indicati fanno ritenere verissima. 
Nel 1317 fu dato principio all’ingrandimento della cat- 
tedrale di Prato, per la quale Giovanni eseguì la delicata 
1 Credesi che Giovanni Pisano eseguisse nel 1312 la Madonna ch’era sulla 
porta della cattedrale pisana, di prospetto al campanile. Vedevasi un angiolo che 
presentava Arrigo VII alla Vergine: imperator Enricus qui Christi fertur amicus 
(Sup1no, Arte pisana). Ma forse quei rilievi erano parte del sepolcro di Enrico VII. 
2 Vedi Giornale ligustico, 1874 (Lettera di SANTO VARNI a FEDERICO ALIZERI)- 
— EF. AnLIzERI, Notizie dei professori del disegno in Liguria, Genova, 1876.
	        
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