Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

ardo, dove siede la Vergine col Bambino tra angioli, in atto di 
no di ricevere pietosa le preghiere del giudice presentato da 
iorno. San Ranieri, mentre il Bambino si volge all’operaio del 
ndio, Duomo raccomandato e protetto da altro Santo." Qui la 
ECCO: maniera della scuola di Giovanni Pisano è evidente; e Tino 
atano di Camaino, nell’opera giovanile, dimostra già, specie nell’at- 
FECNZO teggiamento della Vergine, la natural grazia del suo spirito. 
Li Nel 1315 Tino ebbe l’incarico di scolpire la tomba del- 
Pisa l’imperatore Arrigo VII, morto di febbre o di veleno a Buon- 
Fani convento presso Siena; ma, appena iniziata, lasciò, nè si sa 
5:14, perchè, il lavoro e il posto di capomaestro dell’opera a Lupo 
he il di Francesco. I frammenti del mausoleo disseminati nel Cam- 
DARIO posanto non ci permettono di attribuirli a Tino. Tutt’al più si 
Hello può ricercare in essi la traccia del disegno fornito dal mae- 
FRENI stro, il quale, nel periodo che corre dal 12 febbraio 1315, in 
{tare cui fu stipulato il contratto, al 26 luglio dello stesso anno, in 
agio. cui si ha l’ultima notizia di lui nei documenti dell’archivio 
indi dell’opera, non avrebbe potuto eseguire il grandioso monu- 
mento. Îl sarcofago doveva poggiare sopra quattro modi- 
pera glioni e sul sarcofago esser distesa la figura dell’Imperatore 
IPA come dentro a una stanza chiusa da cortine, sollevate dagli 
e angioli. E sul soffitto di quella stanza, entro una gran nicchia 
aperta anche ai lati, doveva apparire l’ Imperatore in maestà, 
e assiso tra i suoi cortigiani, alcuni col falco in pugno, segno 
ri della nobiltà loro. Infine sopra questo catafalco, in un tim- 
- ° pano o in una nicchia con pinnacoli, doveva adergersi Dio 
o benedicente o la Vergine assistita da angioli o dai santi pa- 
pi troni del defunto. Di quest’opera colossale esiste ora il sar- 
e cofago con le figure degli Apostoli, goffi, involti da QTOSSÌ 
Bur-. 
rata I Secondo la tradizione, cui si attiene il GrAssI (Storia artistica di Pisa, 
lero II, 174), una delle due figure di committenti, non si dice quale, rappresente- 
Ra rebbe Giovanni Pisano; e il Grassi la dice assai simile all’altra figurina del taber- 
nacolo su la porta del Camposanto, la quale pure si diceva un tempo rappresen- 
12110, tasse Giovanni. Ora notisi che la figura a destra del trono della Vergine ha un 
ai herretto, una specie di tocco, in testa, invece del solito cappuccio del lucco, il 
ato). che ci dà a credere si tratti proprio d’un giudice, e, nel caso nostro, del Sicchi.
	        
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