Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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sorilievo, nella faccia anteriore, le scene della Resurrezione 
di Cristo, dell’Apparizione di Cristo alla Maddalena, dell’ In- 
credulità di San Tommaso; nella faccia a sinistra, le Pie Donne 
al sepolcro di Cristo; nella faccia a destra, un’altra scena 
che non si distingue. Sul basamento poggia l’urna, e su questa 
stendesi la statua del cardinale: urna e statua racchiusi in 
un vano che va rastremandosi verso l’alto, coperto tutt’attorno 
da cortine sollevate dagli angioli. Sul coperchio stanno rac- 
chiusi la Vergine e due Santi in un’edicola gotica, e su questa 
s’innalza una cuspide. Anche qui chiaramente si vede come 
Tino di Camaino si conformasse allo stile di Giovanni Pisano, 
nelle statuette che separano i quadri del basamento, studiate 
su quelle della fonte di Piazza a Perugia; negli angioli no- 
bilissimi che stirano le cortine, in ispecie nei due a sinistra 
che, se non avessero un’aria più delicata che non sia nelle 
opere di Giovanni Pisano e i drappeggi delle vesti più grossi 
e abbondanti, si direbbero usciti dalla mano stessa del grande 
caposcuola; infine ne’ bassorilievi eseguiti con l’identico me- 
todo di quelli del maestro pisano. 
Da Siena passato a Firenze, Tino di Camaino si mostra 
maturo nell’arte; e la sua individualità traspare meglio che 
non nelle opere anteriori di Pisa e di Siena, nella ricerca 
dell’eleganza e della grazia. Un riflesso dell’arte del monu- 
mento del cardinal Petroni si vede nell’altro di Gastone della 
Torre, patriarca d’Aquileia, in Santa Croce a Firenze: come 
in quello, la faccia anteriore del sarcofago è rivestita da bas- 
sorilievi rappresentanti C7zst0 risorto nel mezzo, l’ Apparizione 
di Cristo a Maddalena, a destra, San Tommaso che mette un 
dito nel costato di Cristo, a sinistra (fig. 192); in una faccia 
laterale sono rappresentate, pure come a Siena, le Pie Donne 
ai sepolcro (fio. 193). 
Il monumento del vescovo Tedice Aliotti, in Santa Maria 
! Nel Museo dell’opera del Duomo di Siena si vede una statuetta, ascritta 
a Giovanni Pisano, invece di Tino di Camaino (fig. 191).
	        
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