I pili figurati del pulpito pisano gli suggerirono la forma
de’ sostegni dell’urna, con le Virtà cardinali, munite delle
ali d’angiolo, addossate al fusto: la Fortezza che tiene il
leone morto per una delle zampe posteriori, la Giustizia con
la spada, la 7emperanza che tocca con una mano l’ala d’un
uccello, la Prudenza con tre libri e un serpentello. Sui so-
stegni riposa l’urna della Regina, divisa nelle facce in tanti
scompartimenti: nella faccia anteriore, ella è benedetta da
un vescovo, e appresso stanno cavalieri col falco in pugno,
uno con un cane a segno della sua fedele devozione; nelle
facce laterali, son figurati i figli della regina, il beato Lu-
dovico, re Roberto, Carlo Martello, Filippo di Taranto e
Giovanni di Durazzo, ecc. Sopra l’urna, giace la statua della
Regina entro un vano, che due angioli, stirando le cortine,
scoprono agli occhi de’ devoti. Due chierici, uno con una
navetta, l’altro con un secchiello e l’aspersorio, stanno nel
fondo di quella camera, come per compiere i funebri riti.
Sopra questo luogo due angioli salgono, uno presentando
la Regina, l’altra la chiesa da essa fondata alla Vergine, che
riceve la donna terrena sotto la volta azzurra sparsa di gigli
d’oro del baldacchino, il quale copre la tomba retto da or-
nati steli marmorei, e terminato da cuspide, dove, nel tim-
pano, campeggia la figura dell’ Eterno benedicente.
| Questa forma adottata da Tino di Camaino a Napoli è
quella stessa da lui forse considerata a Roma nel suo pas-
saggio, e che Arnolfo mise in onore, e i Cosmati replica-
menti per la storia, le arti e le industrie delle provincie napoletane, 1-IV, Napoli,
1883-1888. Il Bertaux ritenne che il primo monumento di Tino di Camaino sia
quello, in San Lorenzo Maggiore, di Caterina d’Austria, prima moglie di Carlo
Illustre duca di Calabria (+ 18 gennaio 1323). A questo proposito il B. ricordò che
già il 27 di maggio 1324 re Roberto diresse una lettera a’ suoi ufficiali di Roma,
perchè raccogliessero i marmi occorrenti per la tomba di sua nuora. Ma il monu-
mento sembra opera posteriore de’ seguaci di Tino. Basti osservare la forma dei
capitelli, aventi riscontro con quelli del monumento di Carlo di Calabria, e imi-
tati da quelli pugliesi sulle colonne tortili portate a Napoli dalla chiesa di
Santa Maria a Castel del Monte. Tale imitazione non si ritrova nel primo monu-
mento di Tino. cioè in quello a Santa Maria Donna Regina.