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nell’ampio zendado, vestito il corpo da un manto azzurro a 8
gigli d’oro. m
Nella chiesa di Santa Chiara, si vede pure un monumen- p'
tino a Maria di Calabria (7 1326), figlia di Carlo Illustre, opera
evidente di Tino: la regale fanciullina, avvolta nel manto
gigliato, dorme sull’urna ove sono immagini della Fede e
della Speranza.
Due altri monumenti, eseguiti probabilmente da T ino, si
vedono in membra disciolte a San Domenico di Napoli;
sulla parete di fondo della crociera a sinistra vi è una lunga
lastra marmorea, che chiudeva la parte anteriore d’un’urna,
divisa in otto scompartimenti da colonnine su cui volgono
archi a tutto sesto. Sui fondi delle nicchie a musaico, lucenti
di tessere auree, stanno nel mezzo un re col globo e lo scettro,
e una regina col cane, segno della sua fedeltà. Ai lati dei
Sovrani si dispongono cavalieri col falco in pugno, meno uno
che porta la sinistra sull’elsa della spada.
Un’altra lastra, fondo della parete nella crociera a destra,
presenta cavalieri col falco in pugno, e un giovane re in
trono con predella sotto ai piedi, rivolto verso una turba di
supplici, in due ordini o file, con cappelli a larghe tese,
barbati.
Le due lastre servirono per i sepolcri di Filippo di. Ta-
ranto e di Giovanni di Durazzo, la seconda per il sarcofago
di costui, che è rappresentato in atto di ricevere gli Alba-
nesi, de’ quali fu signore e correttore.
Una delle urne, quella di Filippo di Taranto forse, pog-
giava, come quella di re Roberto, sopra quattro sostegni,
tre de’ quali ancora si vedono, frammentarî, a sinistra del-
l’altar maggiore in San Domenico (fig. 203). Uno ha il fusto
circondato dalla Fortezza con il leone morto, stretto per una
zampa; la Giustizia con le bilance; la 7Zemperanza con la
spada legata nel fodero. Il secondo ha pure tre donne attorno:
la prima con croce, la seconda con torcia, la terza con le
mani giunte. Il terzo ha ugualmente tre muliebri figure alle-
Re 7