Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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pi pensa de’ servigi prestati all’opera del Duomo di Siena, fu pro- 
pi clamato cittadino senese, ed esonerato da ogni pubblico gra- 
ue vame, così Lorenzo Maitani, architetto del Duomo d’Orvieto, 
ie ebbe il permesso di portar armi in questa città e ne’ suoi 
ho borghi, e una specie d’immunità, per cui le offese fatte a lui 
fo nella persona o nella roba dovevano punirsi con il maggior 
sax grado di pena che mai colpisse l’offensore del cittadino. Così 
po privilegiato, Lorenzo Maitani lavorò sino al 1319, in cui i 
ù, Perugini richiesero a Orvieto il maestro per la fonte. Ritornò 
lla nel 1322 a’ suoi lavori nel Duomo, ma ne fu ancora distratto 
dalla necessità di accorrere alla sua città natale, per giudicare 
della stabilità di quel Duomo. Lo richiamarono gli Orvietani, 
colmandolo di privilegi, e dal 1323 sino al 1330, in cui morì, 
ta continuò l’opera della cattedrale e die’ mano a lavori per la 
iti fonte, per il palazzo del Comune, per i ripari e le fortifica- 
te zioni cittadine. 
AU Il suo capolavoro fu il disegno della facciata del Duomo 
ul- d’Orvieto, divisa da quattro contrafforti in tre campi, e con 
e una galleria lungo l’intero prospetto. La porta centrale è a 
2ri tutto sesto, come l’altra mediana del Duomo di Siena; le late- 
he rali, così come a Siena pure, sono ad arco acuto, e tutte adorne 
to, negli strombi da pilastri mistilinei e da colonnine tortili. I con- 
La, trafforti mediani rinfiancano la fronte ove si schiude la rosa 
A su cui s’innalza il timpano triangolare, e si dividono, come 
la i contrafforti laterali, in tante fascie decorate, nella parte infe- 
ni riore, quella diretta da Lorenzo Maitani, da marmi di vario 
a, colore e da musaici splendenti. 
ca, Così la facciata del Duomo d’Orvieto, veramente sorella 
pu. alla facciata della cattedrale senese, sembra un grande taber- 
io, nacolo, l’arca del Signore sopra a un immenso carroccio, 
di fiancheggiata da altissimi vessilli. In quel paludamento sacro 
vò ha un aspetto di festa e di trionfo. Può dirsi che Siena, met- 
3e- tendo nella facciata del suo Duomo i segni delle vittorie 
lel riportate sopra Arezzo e Perugia, dimenticava di celebrare 
m- la maggior vittoria ottenuta con l’arte sua largita alle amiche 
VENTURI, Storia dell’ Arte italiana, IV. 
II
	        
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