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fabricam », si doveva ancora determinare la forma delle
pareti della facciata « gui paries debet fieri ex parte anteriori »,
tanto che a lui si permetteva dai consoli, convenuti al suono
delle campane nel palazzo del popolo, di ritener discepoli
«ad designandum, figurandum et faciendum lapides pro pa-
viete supradicto ». i
Lorenzo Maitani disegnò la facciata del Duomo, ancora
mancante, e fu il provveditore della sua decorazione. Gli
angeli, che egli stesso gettò,* per circondarne il gruppo della
Vergine col Bambino assisa sotto un padiglione disposto sul-
>>
l’architrave della porta maggiore (fig. 231), hanno tale corri-
spondenza con il maggior numero delle figure de’ bassorilievi,
da farci ritenere che una stessa mano abbia eseguito gli uni
e gli altri, o almeno che modelli di forme del tutto simili
siano stati dati al fonditore e ai marmorari. Quegli angioli
: hanno la testa allungata, le vesti trasparenti, e corpo che
li si discerne ignudo sotto le clamidi, così come tanti perso-
Li naggi del poema che si svolge sulle pareti della facciata.
I Aggiungasi che Nicola Nuto o Nuzzo, uno degli aiuti del
n Maitani, suo successore come capomaestro dell’opera, eseguì
L- nel 1339 un’imagine di legno per il coro della cattedrale. Ora
i) nelle stanze della sagrestia di essasi vedono due crocefissi inta-
’ Non era più il caso di richiamare nè Fra’ Guglielmo, nè Ramo di Paga-
nello. Molto meno poi di riferire quanto scrisse il D’Agincourt che una parte delle
sculture fossero state eseguite prima della fondazione del 1290, cioè prima dell’anno
0 in cui da Nicola IV fu collocata la prima pietra del Duomo. Il Fumi ed altri si
1$ attennero alla strana ipotesi del D’Agincourt, per fare entrare in scena Arnolfo,
. lo scultore del monumento del cardinale di Brave in San Domenico d’Orvieto.
1 Il Vasari affermò pure che Giovanni Pisano scolpì bassorilievi per la facciata, e
Bi il Fumi nota: « non se ne ha certezza per documenti »; « ma quale certezza maggiore
(esclama un moderno scrittore) di quella che viene dall’opera stessa? Come, spe-
lO cialmente nei bassorilievi che decorano il pilastro della Creazione, non riconoscere
e- tutto il fare di Giovanni? E a quale scultore dell’opera, se non a lui, attribuirli? »
3 Anche qui il commento è sbagliato, perchè non si è interrogato il monumento
stesso. Non basta chiedere come non si riconosca il fare di Giovanni, ma con-
ti viene spiegare come e perchè vi si riconosca. Con quelle interrogazioni si ammise
O che Agnolo di Ventura e Agostino di Giovanni da Siena scolpissero per la facciata di
2 Santa Maria d’Orvieto.
10 2 Cfr. MILANESI, Documenti.