crebbe con grande unità di forme, pur lasciando intravve- Sse e
dere l’individualità de’ cooperatori, non in contrasto con il to
maestro che li nutrì, ma a lui simiglianti, come le sem- ant
bianze de’ figli giovanetti ricordano le paterne, segnate dalle eo,
rughe degli anni. Ognuno de’ cooperatori di Nicola sente Do,
in vario modo le proporzioni delle figure, e mentre quegli Ne
ha d’uopo di molto spazio e di forte rilievo per le sue, si veg
tratte dai ruderi romani, squadrate, atletiche, giganti, uno quelle
degli aiuti allunga e contorce i corpi, un altro li accorcia e ia
restringe. Tal mutamento di proporzioni da riquadro a riquadro grasse
serve a distinguere nel pergamo l’opera dei principali seguaci pito c
di Nicola d’Apulia, perchè ogni artista nel disegnare le dalle.
imagini e rilevarle dai piani esprime il suo senso speciale NE SAI
delle proporzioni del corpo umano, un particolar criterio Col m:
della misura delle membra e dei rapporti tra esse e lo spazio Fenere
circostante, ond’egli sempre, anche inconsciamente, si attiene di Ca
a una grandezza tutta sua, a uno squadro suo proprio. Così, fremit
mentre Nicola si palesa a evidenza nella Crocifissione e anche ACI
nella Purificazione del pulpito per la potenza delle forme roma- madri
namente architettate, Giovanni Pisano si afferma nella scena dando
della Strage degl’ Innocenti e in parte nell’altra de’ Reprobi contra
tormentati dai demoni, per le forme allungate e contorte, gono
ov’è l’irrequietezza sua caratteristica; e Arnolfo di Cambio le ma
sì manifesta nella scena degli Aletti assorti in Dio, come bracci
nelle altre della Natività e dell’Adorazione de’ pastori e dei corre,
Magi, per le forme tondeggianti e brevi, equilibrate e soavi, mortic
particolari dello scultore che dette talora ai marmi tenerezza gedia
e voluttà. Sono pure d’Arnolfo molte delle gentili figure mu- vimen
liebri ad ogni angolo del pergamo; ma tra esse, segnata dal- padre,
l’ugna del leone, da Nicola stesso, è una donna allegorica, for- nelle «
mosa, giunonica, solenne come un’imperatrice romana. © Di Il
Nicola e d’Arnolfo sono le figure de’ profeti, che dai pen- d’Apu
nacchi del pergamo bandiscono le verità divine; ma due di pulpit.
niche
Cfr. vol. ILL; fig. 897, pag. 1007. si cop