Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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altre cortine. Al disotto del sarcofago, in tanti quadri, sepa- 
rati l’uno dall’altro da statuette del vescovo tutte egualmente 
stampate (fig. 289 a 291), sono intagliate le storie della vita 
e i fatti di Guido Tarlati’ (fig. 292 a 307). Nella prima, quando 
nell’anno 1312 ebbe la mitra; nella seconda, quando fu chia- 
mato signore di Arezzo (1321), nella terza, IL COMVNE PE- 
LATO: il Comune, veglio venerando, con lo scettro; sette ag- 
gressori attorno, che gli strappano lo scettro, le vesti e i 
capelli, che gli tagliano con le forbici il cingolo della to- 
naca, che lo afferrano con un ronciglio, e lo iscalzano. 2 (Così 
descrisse Antonio Pucci il Comune fiorentino: 
Omè Comun, come conciar ti veggio 
sì dagli oltramontan, sì da’ vicini 
e maggiormente da’ tuoi cittadini 
che ti dovrien tenere in alto seggio! 
Chi più ti de’ ornar quel ti fa peggio, 
legge non v’ha che per te si declini: 
co’ raffi, con la sega e con gli uncini 
ognun s’ingegna di levarne scheggio. 
Capel non ti riman che ben ti voglia: 
chi ti to’ la bacchetta e chi ti scalza, 
chi, ’1 vestimento stracciando, ti spoglia. 
A questo bassorilievo, segue l’altro del Comune in signoria: 
il vecchio Comune rimesso in alto seggio dal vescovo, mentre 
sono sferzati i suoi dilapidatori. Il quinto bassorilievo rap- 
presenta IL FARE DELLE MVRA DI AREZZO, cioè la riedifi- 
cazione delle mura (1319); il sesto, LUCIGNANO, ossia la resa 
di quel castello (1316), e i suoi abitatori con un ramo d’olivo, 
inginocchiati, imploranti pace dal vescovo Tarlati. Segue 
CHIVSCI, o l’assedio di Chiusi in Casentino: FRONZOLA, ovvero 
1 Il Vasari scrisse che Giotto disegnò il monumento per Piero Saccone da 
Pietramala, e che Agostino e Agnolo di Ventura ne ebbero la commissione, dopo 
che Giotto, avendo veduto le opere di molti scultori, giudicò migliori le loro. Ma 
il Vasari certo ripetè una falsa tradizione, non avendo Giotto potuto osservare e 
giudicare a Orvieto le opere, che non Cerano, di Agostino e di Agnolo. 
2 S, MoreUurGO. Un affresco perduto di Giotto. (Per nozze Supino-Finzi, 1897).
	        
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