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l’animo di farlo, l’Arte lo disobbligò, e diede questo carico
ad Andrea Pisano, che lo prese a fare a tutto rischio del-
l’Arte, per il prezzo di dieci fiorini d’oro ed in termine di
due mesi. Nel 24 di luglio del 1333 si convenne Andrea di
fare di metallo 24 teste di leone e darle finite e indorate per
il primo del prossimo dicembre, obbligandosi a commetterle
bene nella mezza porta o battente che era allora nell’opera
di San Giovanni, ed insieme a indorare le storie dell’altra
mezza porta che era già stata messa su. Tutto questo lavoro
era già finito e messo su nel 1336, nel quale anno si fece
la spesa di lire venticinque pel marmo delle soglie di essa
porta, fatto venire da Carrara ». S’inaugurò con grande
solennità, alla presenza degli ambasciatori, della Signoria di
Firenze, come racconta Simone della Tosa, e con gran folla
di popolo. E nella parte superiore della porta a lettere di
rilievo si scrisse:
ANDREAS . VGOLINI . NINI . DE. PISIS . ME .FECIT
AL D.M. CCC. XXX
Sulla porta del « bel San Giovanni », la città del Battista.
volle raccontata la storia del giovane asceta che parve risorto
Elia al popolo d’Israele. Andrea Pisano si valse principal.
mente dell’Evangelo di San Luca, cui già si erano ispirati i
pittori delle storie di San Giovanni nel Battistero parmense
e della tavola bizantineggiante della Galleria di Siena. Prima
lo scultore rappresentò Zaccaria vestito de’paludamenti sacri,
con la tiara ebraica e con l’incensiere, nel momento in cui,
preso da timore alla voce dell’angiolo, sta sospeso nell’attc di
dare incenso all’altare (fig. 340). « Intanto il popolo », leggesi
nell’Evangelo, « stava ascoltando Zaccaria e si meravigliava
del tardare ch’egli faceva nel tempio. Ma, essendo uscito,
non poteva parlare; e il popolo comprese come avesse avuta
una visione nel tempio. Egli andava facendo loro de’cenni,
e si restò mutolo ». Lo scultore s’ingegnò a rendere l’ardua