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essendo di cinque anni picolino
soletto ogni mattina et tutto il giorno
stava e la sera faceva ritorno.
Così di giorno in giorno più avanti
giva di selva in selva, in prati e ’n boschi
laudando il buon Giesu con dolci canti
fuggendo le delicie e mondan toschi:
trovando animal fieri e tutti quanti
qual sua familiari che lo conoschi
pareva ciascuno, e dimestico et pratico
conversando con lui non qual salvatico.*
Andrea Pisano, vestito d’una tunica e d’una clamidetta
il fanciullo, lo rappresentò tra montagne rocciose sparse d’al-
beri: modo curioso d’immaginare il deserto, proprio dei To-
scani che, vivendo in fiorito paese, lo pensarono solo come
luogo silenzioso: vi erano selve e prati e boschi, secondo la
laude citata; e il Battista vi andava la mattina, e tornava
la sera a casa sua, all’Avemaria. Così la ingenua fantasia
popolare formava la trama alle creazioni artistiche toscane
del San Giovannino.
Nello scompartimento prossimo si rivede Giovanni, cre-
sciuto in età, coperto di pelli: è divenuto il profeta, che va
per tutto il paese intorno al Giordano predicando il battesimo
di penitenza (fig. 341). Nella laude ricordata, si rappresenta
Giovanni che fa risonare da per tutto la sua voce, e la grande
moltitudine accorrente a lui, tanto da rendere necessario
l’impianto di molte botteghe nel deserto per dar cibi e be-
vande alla folla. Così l’immaginazione popolare, che vuol
rendersi ragione di tutto e cerca la ragion logica dei fatti,
lo svolgimento pratico degli avvenimenti, li trasportava nel
proprio mondo. Andrea Pisano non ispogliò pertanto della
grandezza ieratica la scena, e colse il momento in cui Gio-
! Cfr. l’incunabulo: « La rappresentazione di sancto Giovanni dicollato » (Cata-
log0 KRISTELLER degli « Early florentine woodents », n. 200).