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il racconto. Talvolta si scostò leggermente dall’iconografia
delle singole composizioni per dare unità alle scene, conti-
nuità al loro sviluppo, collegamento ai momenti diversi
delle narrazioni evangeliche. E formò come il coro della
commedia religiosa nella turba che sta innanzi a Zaccaria
divenuto mutolo, a Giovanni tra le rupi, alla prigione di Gio-
vanni, a Cristo che risponde ai due inviati. Il dramma, che
ha un punto culminante ne’ seguaci di Giovanni alla porta
del suo carcere, e in quello tra essi che si tiene con ambe
Fig. 346 — Firenze, Battistero. Porta in bronzo di Andrea Pisano, Formelle XXI-XXII
(Fotografia Alinari)
le mani alle spranghe del cancello di ferro, fissando gli occhi
nell’oscurità della cella; assurge al massimo effetto nell’atto
dell’uccisione di Giovanni, chino, quasi bocconi, mentre il
manigoldo mena il fendente, e uno degli sgherri si ritrae
inorridito ; e nell’atto in cui il siniscalco presenta ginocchioni
la testa del Santo a Erode, che accenna a colei cui spetta
il dono, a Salome impassibile; e quando la figlia reca alla
madre il capo venerando e, come presa da pietà, lo pone
delicatamente sulle ginocchia d’Erodiade, che, assaporando
la vendetta, mira spento il suo accusatore detestato; e quando
i discepoli di Giovanni trasportano al sepolcro la salma, e
camminando si rivolgono per guardare ancora una volta la
VENTURI, Storia dell’ Arte italiana, 1V.
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