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Andrea Pisano si attenne in generale ai concetti simbolici
di Giotto, e similmente rappresentò la Zemperanza con la
spada nel fodero, la Fortezza coperto il capo dalla pelle del
leone nemeo, la Speranza tendente con le mani a una co-
rona. Le sue figure, che sembrano tutte sorelle, spirano gran-
dezza morale, mutan di poco nel costume e nell’aspetto, sono
discinte, come sempre si figurarono in Toscana, secondo il
costume sociale, le donne nel Trecento; sono tutte sedute
sullo scanno ornato di cerchietti, ed hanno giustezza di atteg-
giamenti, semplicità elegante e nobilissima; ma non la grande
Fig. 349 — Firenze, Battistero. Porta di bronzo di Andrea Pisano. Formelle XXVII-XXVIII
(Fotografia Alinari)
varietà che differenzia quelle di Giotto a Padova. Qui la
Fortezza è donna erculea, virago di strana energia; la Spe-
ranza, angiolo che vola su dalla terra; la Ca7ztà, giovane
sposa inghirlandata offerente il cuore a Dio: la Fede, ba-
dessa che apre la processione sacra e avanza dalla porta
della cattedrale verso l’altare, calpestando gl’idoli, portando
la croce come un pastorale; la Giustizia, imperatrice con
due statue della Vittoria nell’una e nell’altra mano, tenute
sulle palme come pesi sulle bilance.
Le figure di Andrea Pisano si arcuano, cioè il busto
s’avanza così che tutto il loro corpo si disegna con una gran