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tedrale tam formosa et pulcra.' Giotto pensò subito al cam-
panile, e ne cominciò i fondamenti tre mesi dopo la sua
elezione. « Nel detto anno 1334, a dì 18 di luglio », scrisse
Giovanni Villani nella sua Cronica, « si cominciò a fondare
il campanile nuovo di Santa Reparata, di costa alla faccia
della chiesa, in sulla piazza di Santo Giovanni. E a ciò fare
e benedicere la prima pietra fu il vescovo di Firenze con
tutto il chiericato, e co’ signori Priori e l’altre signorie, con
molto popolo e grande processione. E fecesi il fondamento
insino all’acqua tutto sodo. E soprastante e provveditore
della detta opera di Santa Reparata fu fatto, per lo Comune,
maestro Giotto nostro cittadino, il più sovrano maestro stato
in dipintura che si trovasse al suo tempo, e quegli che più
trasse ogni figura e atti dal naturale ».° Ma Giotto a set-
tant’anni, l’8 di gennaio 1336, venne meno; e il campanile
rimase interrotto a quel punto che Antonio Pucci contem-
poraneo determinò coi versi:
Nell’anno, a’ dì dicennove di Luglio
della Chiesa maggiore il Campanile
fondato fu, rompendo ogni cespuglio
Per mastro Giotto, dipintor sottile,
il qual condusse tanto il lavorìo
ch’e’ primi intagli fe’ con bello stile.3
Che Giotto lavorasse di propria mano « e’ primi intagli »
o le prime sculture del campanile viene attestato da Lorenzo
Ghiberti nel suo Secondo Commentario, con queste parole:
« Le prime storie sono nell’edificio, il quale fu da lui edifi-
cato, del campanile di Santa Reparata, furono di sua mano
scolpite e disegnate. Nella mia età vidi provvedimenti di
1 CESARE GUASTI. Santa Maria del Fiore. La costruzione della chiesa e del
campanile secondo i documenti tratti dall’ Archivio dell’opera secolare e da quello
di Stato, Firenze, 1887.
2 GIOVANNI VILLANI, La Cronica cit., VII, pag. 34 e seg.
3 Delle poesie di Antonio Pucci, pubblicate da Fr. ILDEFONSO DA SAN LuIGI,
IV, Firenze, MDCCLXXV (Delizie degli eruditi toscani, tomo VI).