Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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l’Adorazione de’ Magi pure, la composizione non conserva la le prov: 
grandiosità classica della pisana e la sua unità, poichè, mentre et sati 
da una parte i Re adorano il fanciullo divino e gli offrono Men 
i doni, dall’altra si rivedono ancora a cavallo, preceduti da lavori de 
negri sui camelli, seguiti dai cani, accompagnati da cava- per il p 
lieri, procedere verso il luogo indicato da un araldo del 
cielo. I cavalli dai quali sono discesi i Re, guardati da un 
armigero, stanno tuttora sellati, presso il trono del fan- 
ciullo aspettato dalle genti. Qui sono due momenti diversi 
della rappresentazione riuniti in uno, con un’abbondanza 
nuova di forma e di particolari, anche nel fondo coperto dalla 
chioma di due alberi e da un tempio. Nella base del pul- 
pito si addossano le Arti liberali: la Grammatica in atto di 
insegnare a un fanciullo; la Dialettica, vecchia e scarna, che 
somiglia alla profetessa Anna delle scene della Paur77/icazione; 
la Retorica indicante un libro aperto nel suo grembo. Tra 
queste Arti del trivio e quelle del quadrivio è la Filosofia con 
un cornucopia fiammeggiante, vestita come un console dei 
bassi tempi: appresso le siede l’Aritmetica che fa i conti sulle 
dita, la Geometria che prende misure, la Musica con l’arpa, 
l’Astronomia che guarda in alto a un astrolabio. Quantunque 
grandiose, queste figure non hanno la forza propria di Nicola 
da cui furono disegnate e ispirate, tanto da farci pensare 
che esse sieno l’opera di uno de’ suoi cooperatori: nella 
condotta de’ capelli, nella spezzatura delle pieghe, c’è una 
materialità che mai si riscontra nel poderoso maestro. Forse 
si devono a Lapo o a Donato, maestri fiorentini che lavo- Fin 6 
rarono nel duomo senese, cooperatori di Nicola d’ Apulia, | 
compagni d’Arnolfo e di Giovanni Pisano. Ai due maestri, nese, sti 
come a Goro di Ciuccio Cinti, pure fiorentino, fu concessa il diritti 
la civiltà senese, per deliberazione del podestà e di quattro guiment 
provveditori e del camerlengo del Comune di Siena, man- fuclio 4 
cando alla città, così si legge nella deliberazione, nagistri eine 
ydonei ad faciendum intallias (sic), ed essendo quelli, per indicato ir. 
comunale -:
	        
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