e dal 1° di luglio del 1268 ai 6 di novembre. * Dopo Siena - -
s’ incontra a Pistoia, nel luglio del 1273, in cui si ob- e
bliga a costruire un altare per la cappella di Santo Jacopo, È *
opera di poca importanza artistica, secondo che si rileva dai i Ci
termini del contratto; * e si ritrova quindi a Perugia, dove ; i
col figlio Giovanni attende al lavoro della fonte della piazza |
maggiore (fig. 6);, come attesta quest’iscrizione: 6 vi
I Y&+ASPICE QUI TRANSIS JOCUNDUM VIVE[RE]® FONTE[M] 7 BE
Mira tu che passi lieto avvivarsi il fonte Be!
1: MILANESI, Cp. Ccit., I. pàg. 149 e seg. 5 HI
2 Archivio di Pistoia. Documenti che saranno resi di pubblica ragione dal co
dott. Peleo Bacci. 9 HI
3 La fonte non ha più l’antica altimetria, o per il sollevamento del bacino Co:
interiore o per l’abbassamento del superiore. Non erano nascoste del tutto alla vista 10 OR
le colonne reggenti questo catino, come può vedersi in un disegno della Biblio- Die
teca perugina, nel Libro delle Riformanze o Annale Decemvirale (anni 1506-1508, II + NO
carte 106 r.). Nello stesso disegno, si vedono due grandi grifi di bronzo che, Qu
dall’orlo del catino inferiore, rampano al superiore. Tutto ciò dava un aspetto ' “i igupin
differente alla fonte della piazza maggiore di Perugia. 2° Max
4 L’iscrizione fu riportata per la prima volta nel libro di G1o. BATTISTA VER- 3 VE
MIGLIOLI, Dell’acquedotto e della fontana maggiore di Perugia ornata dalle sculture Nel seguito
di Niccola e Giovanni Pisani e di Arnolfo fiorentino (Perugia, 1827); quindi dallo forse dell ir
stesso con disegni di Silvestro Massari: Le sculture di Niccolò e Giovanni da Pisa 4 Vermi
e di Arnolfo fiorentino che ornano la fontana maggiore di Perugia (Perugia, 1834). ET: Polacz
Nel 1876 fu fatta dal Minottini la copia dell’iscrizione per la copia in bronzo della Il verso, ch
fonte, che ora è nel Museo Perugino. Nella Biblioteca di Perugia vi è un disegno glioli, a esar
della disposizione dell’iscrizione fatto, secondo il bibliotecario Ansidei, da Adamo lezione orig:
Rossi, per ricomporre la fonte e illuminare il Minottini. L’ordine indicato dal Rossi di JURA, c
è quello del Vermiglioli, cioè il verso 22 sta al posto del 14, che diviene 15; e cendo qui
il 15 va al posto del 22. L’ordine da noi dato si ritrova nel SUPINO (Arte pisana, dovrebbe ay
Firenze, Alinari, 1904), il quale in alcune parti corresse il Vermiglioli, e nella rico- 5 Supin.
struzione critica dell’iscrizione tentata da ERNEST PoLACZER, Magister Nicholas 611 Ver
Petri de Apulia aus Pisa, in Repertorium fiùr Kunstwissenschaft, XXV1, 5, Ber- dovi che tre
lin, 1903, e rrima nella Zeitschr. f. Db. Kunst, XIV, 143 e segg.: Zwei Bildnisse quantunque
des Niccolò Pisano. Infine MAx SAUERLANDT nello studio: Die Bildwerke des Gio- PATER; P<
vanni Pisano (Diisseldorf u. Leipzig, 1904. Karl Robert Langewiesche) riporta dalla misura
la iscrizione per intero, con qualche variante d’ interpretazione dagli altri. Man- di S. Vittore
cano tuttavia dei veisi e alcuni di essi sono fuori di posto, come bene ha sup- 7 Vermi
posto il prof. Francesco Novati, che mi ha dato gentile aiuto nello studio dell’iscri- 8 Vermi
zione, la quale dovette essere bene elaborata nella sua struttura. Calcolando quali 9 Sauerl
parti manchino del bacino superiore, col tenere in conto le scritte apposte alle 10 Verm
statuette, ho dovuto conchiudere che mancano almeno due faccie, due statuette « dotatum ».
(la prima dell’arcangelo Gabriele, che recava la scritta: ANGELVS NVMPTIVS....; 11 Polac
la seconda indeterminabile, con la scritta: NOBILIS....), e quindi due versi. Tra 12 Verm
quelli dell’iscrizione ce n’è uno, certo fuor di posto, senza relazione co’ versi che Però si potr
precedono e che seguono: Et lacus et iura clusinaque sint tibi cura. Sovvenuto d
5 Vermiglioli: VIVE: Supino: VIVERE; Polaczek: « Vivere ».