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delle sue vestimenta ad arco sul petto, la sua semplicità, il
suo ordine.
Vero è che nel contratto stipulato tra Magister Ninus
filius quondam magistri Andree de Pontedere de Capella
sancti Laurentii de Rivolta aurifex et magister et sculplor
lapidum e gli esecutori del testamento dell’arcivescovo, si con-
venne che sulla faccia anteriore della tomba fosse scolpita nel
mezzo la Pietà, da una parte la Vergine, dall’altra San Gio-
vanni Evangelista; e che le tre imagini si vedessero ciascuna
tra due angioli. Ora le figure sono quelle che si vedono
sulla fronte del sarcofago Moricotti, mentre sull’altra del-
l’urna Scherlatti stanno il Redentore benedicente e due Santi
patroni del defunto, forse i Santi Efiso e Potito. Ma lo stile
di queste figure ci dice semplicemente che lungo la via si
mutò il concetto; che Nino, come tanti suoi pari nell’ese-
cuzione delle imprese, o i committenti, nel corso dell’opera
affidata ad artisti, cambiarono lor voglie.
Sono anche giustamente assegnate a Nino Pisano le due
statue dell’ A7z7zza.71ciazione, nella cappella del Rosario a destra
del coro, nella chiesa di Santa Caterina; esse non sono le
medesime indicate dal Vasari come esistenti nella chiesa,
perchè vi pervennero, secondo il Bonaini," dall’altra di San Ze-
none, antica badia dei Camaldolesi, nel secolo xv. Le due
statue dell’Arcangelo e dell’Annunciata rimasero tipiche
agli insigni intagliatori in legno pisani. Pieno di grazia gio-
vanile è l’angiolo sorridente, nobilissima la Vergine che
tende l’orecchio alla salutazione arcana. Vi sono tracce di
policromia nelle statue, auree nella chioma della Vergine e
nell’orlatura del suo manto, azzurre nei risvolti di esso.
pa
Verso il 1368, Nino Pisano fu a Venezia o vi mandò
le statue per il monumento al doge Marco Cornaro. Si può
I! BONAINI, Notizie inedite di disegno, pag. 66.
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