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corrisponde all’arte di Nino (fis. 389); invece le statue su-
periori mostrano tutti gli elementi dell’arte sua. Abbiamo
in queste l’ultima opera della mano del nostro maestro, e;
ammesso che l’altare sul sepolcro sia stato eseguito appena
morto il doge nel 1367, si dovrà pur ammettere che l’opera
di Nino, mancato ai vivi l’anno seguente, fosse continuata
o compiuta da altri. La Vergine col Bambino, nel mezzo del-
Fig. 389 — Venezia, Santi Giovanni e Paolo. Sepolcro del doge Marco Cornaro.
(Fotografia Alinari)
l’altare (fig. 390), serba i caratteri della Madonna di Nino
che abbiamo studiata: il suo volto è ancora animato dal sor-
riso che lo rischiara nel gruppo orvietano, la sua destra an-
cora ripiegasi sul fianco arcuato come a Santa Maria Novella,
il suo manto forma ancora curve pieghe a mezzo il corpo.
Il San Pietro (fig. 391), alla destra della Vergine, mantiene
il tipo severo dell’altro di Santa Maria della Spina; gli angioli
portacandelabro (fig. 392 e 393), ai lati dell’altare, guardano
in alto estasiati come gli altri loro antichi compagni del mo-
numento Saltarelli: e le tuniche formano ancora il lungo pie-