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DVCCII MAGISTER DE PISIS. San Domenico è rappresentato
a mezza figura, di faccia, avvolto negli ampi abiti monacali,
con un libro nella destra chiuso e affibbiato, con un giglio
nell’altra mano. A quel suo volto emaciato, scarno, di asceta,
dà una speciale intensità il piombo colato nelle pupille.
Molto simile è la figura di San Pietro Martire pure scarna
e ossuta, entrambe di un fare più largo e potente che non
sia nella faccia anteriore del pulpito.
Il secondo lavoro, firmato pure da Giovanni di Balduccio, è
il monumento di Guarniero, figliuolo di Castruccio Castracane,
morto nel 1322, e sepolto nella chiesa di San Francesco fuori
di Sarzana (fig. 432). Però il cenotafio, secondo che si ritrae
dall’iscrizione, fu eseguito solo dopo la morte di Castruccio
(+ 1328). La sua forma corrisponde a quella delle sepolture
senesi, specialmente di Tino di Camaino, non estraneo certo
alla educazione di Giovanni di Balduccio.
Il sarcofago poggia su leoni, come il monumento di Tedice
Aliotti eseguito da Tino, e reca sulla fronte Cristo sul se-
polcro tra Maria e Giovanni, imagini della Redenzione, che
si rivedono pure in quel monumento e in un altro di ma-
niera senese, cioè nel monumento Baroncelli a Santa Croce
(fig. 433). Sul sarcofago stendesi nella culla il corpicino del
defunto giovanetto con la testa ricciuta, imperiosa, poggiata
sull’origliere; e due angioli dalle teste tonde e aggraziate sti-
rano le cortine del padiglione del letto funebre, abbassando
gli occhi sul fanciullo che dorme. Così Tino di Camaino aveva
rappresentato il cardinal Petroni nella sua camera mortuaria.
Sopra questa aveva collocato il tabernacolo; e del pari Gio-
vanni di Balduccio sul tetto del padiglione pose un’edicoletta
con la Vergine e il Bambino. Sarcofago, padiglione, edicola
sono inclusi tra due colonne, ritte sur un piano sostenuto da
mensole, al modo senese, e reggenti un arco cuspidato, nel
cui timpano vedesi Cristo benedicente; al sommo della cu-
spide, un genio guerriero con lo spadone e uno scudo che