Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

— 558 
nano di raggi, di monogrammi, di piccoli soli; le stole ondeg- 
giano ai venti; e le ali dorate, occhiute di pavone si stendono 
ampie o si appuntano al cielo, dietro ai celesti che trascor- 
rono sulle nubi e suonano delicatamente, assorti in Dio. 
L’arte italiana mantenne però in generale la distribuzione 
degli esseri angelici in tre ordini o cori, senza distinguere 
in particolare l’un coro dall’altro. Appaiono quasi sempre 
con le lunghe vesti, le chiome fluenti, senza l’antico eroico 
aspetto, con l’abito della gentilezza e dell’amore: graziosi 
fanciulli, più che ambasciatori celesti o ufficiali di Dio; crea- 
ture delicate che tra canti e suoni godono la vita innocente. 
Giovanni di Balduccio si provò nell’arca di San Pietro 
Martire a dare una personalità ai rappresentanti diversi dei 
cori angelici, e s’aiutò con simboli che trasse da Gregorio 
Magno, non riuscendo senza di essi all’ardua distinzione. 
Figurò l’Angelo (fig. 441) in un giovinetto con stefane sulla 
fronte, e con un simulacro della Divinità nelle mani; il C/he- 
rubo (fig. 442) in un altro giovinetto, pure con stefane sulla 
fronte, con libri e un rotulo spiegato; il» Z70o7n0 (fig. 443) in 
altro giovinetto che addita Dio benedicente entro una man- 
dorla; la Donminazione in atto di tenere un globo, l’Arcazn- 
selo come Gabriele in atto di: dire ave; il Principato, col 
modello d’una città nelle mani; la Potestà, con un demone 
incatenato. Così Giovanni di Balduccio s’ingegnò a figurare 
i diversi rappresentanti degli ordini angelici, e a comporre 
allegorie nobili e belle con gli stessi metodi usati nel dise- 
gnare le Virtù reggenti l’arca del Santo. Ma mentre per 
queste lo scultore era aiutato dalla tradizione a determinar 
varietà di caratteri, si trovò per quelli a vuoto d’esempî, e 
ne uscì con lo scolpire angioli fratelli, graziosi negli atti, 
ognuno munito di simboli differenti. 
Nelle facce trapezoidali del coperchio, dietro la corona 
degli Angeli, altri bassorilievi formano predella al taberna- 
colo triforo. Si vedono due figure di militi seduti, con le mani 
giunte in atto di preghiera; un Re e una Regina ginocchioni,
	        
Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.