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un tronco di piramide s’innalza una Madonna col Bam-
bino, e la base è fiancheggiata da leoni recanti angioli sul
dorso. Si va designando così il tipo dell’arca commemora-
tiva de’ signori del Settentrione d’Italia, che nel monumento
di Cansignorio trovò la sua forma completa. * È opera di
uno dei migliori seguaci di Giovanni di Balduccio, che più si
approssima a lui, sì negli angioli, sì nel bassorilievo della
fronte del sarcofago (fig. 449), dove Stefano I Visconti e Va-
lentina sua moglie sono condotti dai Santi patroni presso la
Vergine col Bambino.
Nel sepolcro di Uberto III Visconti, in Sant’ Eustorgio,
può vedersi un altro seguace di Giovanni di Balduccio, che, nel
rappresentar la Vergine incoronata e l’angiolo che introduce
nel cielo il principe e suo figlio Giovanni (fig. 450), mostrò
ricordare gli esemplari pisani, e non altrettanto nelle figure
dei cori angelici e dei santi patroni, anche di quelli che a
destra accompagnano le mogli di Uberto III e del figlio
Giovanni nella beatitudine.
Degli influssi di Giovanni di Balduccio rimasti nella chiesa
che s’ adorna dell’arca del Santo martire domenicano, si hanno
ancora esempìî e nel sarcofago (fig. 451) di fronte all’altare dei
Magi, e nelle parti più antiche dell’altar maggiore (fig. 452),
dono di Gian Galeazzo Visconti alla chiesa, opera di un
tardo seguace del maestro pisano, dalle forme lunghe e ango
lose, ma più complesse e più progredite nel bassorilievo.
Infine si giunge al principio del secolo Xv, e vedesi ancora
nell’arca di Gaspare Visconti, figlio d’ Uberto (fig. 453), l’imi-
tazione di motivi architettonici della tomba di Matteo I,
detto il Magno, e il ripetersi in modo più meschino e più
rude e più settentrionale delle forme scultorie del caposcuola
pisano.
Un’altra chiesa milanese ricca di monumenti che richia-
mano lui è quella di San Marco.
I MEYER, Op. cit.