Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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il detto altare è isolato, intorno e dai lati sono storie pic- 
cole di bassorilievo della vita di San Donato; ed il fini- 
mento di tutta l’opera sono alcuni tabernacoli pieni di figure 
tonde di marmo, lavorate molto sottilmente. Nel petto della 
Madonna detta è la forma di un castone d’oro, dentro al 
quale, secondo che si dice, eran gioie di molta valuta; le 
quali sono state per le guerre, come si crede, dai soldati 
che non hanno molte volte nè anco rispetto al SS. Sagra- 
mento, portate via insieme con alcune figurine tonde che 
erano in cima e intorno a quell’opera, nella quale tutta spe- 
sero gli Aretini, secondo che si trova in alcuni ricordi, tren- 
tamila fiorini d’oro. Nè paia ciò gran fatto, perciò che ella 
fu in quel tempo cosa, quanto potesse essere, preziosa e 
rara; onde tornando Federigo Barbarossa da Roma, dove 
si era incoronato, e passando per Arezzo molti anni dopo 
che era stata fatta la lodò, anzi ammirò infinitamente. Ed 
in vero a gran ragione; perchè, oltre all’altre cose, sono le 
commettiture di quel lavoro, fatto d’infiniti pezzi, murate e 
commesse tanto bene che tutta l’opera, chi non ha gran 
pratica delle cose dell’arte, la giudica agevolmente tutta d’un 
pezzo ». Così scrisse il Vasari, accumulando errori, sulla data 
del monumento assegnata al 1286, mentre è del 1369-1375; 
circa l’attribuzione a Giovanni Pisano, bestemmia artistica ; 
riguardo la visita di Federigo Barbarossa, vissuto due secoli 
prima che l’opera si facesse; e intorno al rubamento delle 
figurine a tutto tondo, che sarebbero state sull’altare, mentre 
sin dall’origine questo rimase privo della cuspide finale. L’er- 
rore d’attribuire il monumento al 1286 portò di conseguenza 
l’altro sull’esistenza in esso d’un ritratto di Onorio IV; errori 
che cadono dinanzi al documento, ossia rogito di ser Adatto 
Cungi notaio aretino, scritto il 22 febbraio 1369, sotto il por- 
tico della cattedrale, alla presenza di maestro Giovanni di 
Francesco d’Arezzo e di maestro Betto di Francesco fioren- 
tino, magistris lapidum et intalli laborerii quod fit super al. 
dare beati Donati in dicta ecclesia. Un altro strumento del
	        
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