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icemente fondere forma, e lo fece più magnifico che non era prima ».* Non basta
| è il primo gran osservare che «nessun documento conferma questa tradi-
iamato a Pisa per zione »,- per negar fede al Vasari, ma occorre cercare se
con grande onore sul luogo siavi qualche traccia dell’arte di Nicola, qualche
:teo da Correggio documento anche più sicuro delle carte manoscritte. E la
> del popolo.’ traccia V’è in una serie d’archetti posti nelle pareti della scala
che conduce al Museo di Volterra (fig. 24 e 25), provenienti da
San Giusto, tutti con l’impronta dell’arte di Nicola, e simili
d’Apulia, oltre le a due pennacchi d’arco di pulpito nel Camposanto di Pisa,
a. Il Vasari gliene con teste scolpite tra foglie goticizzanti. Può supporsi quindi
li tolsero ciò che la notizia vasariana derivare dal fatto che il grande maestro
;onificò il rinasci- dirigesse a Volterra la decorazione d’un chiostro, del quale
restano dodici archivolti e il frammento di un tredicesimo,
col tempo e na- con teste di re, di abati, di dottori, di donne = di fanciulli
1 sè; e così molte tra gli ornati ffiammeggianti. Restauratosi nel Cinquecento, la
ite dell’età di Nî- bella decorazione venne più tardi disfatta, e parte degli ar-
a come quella del chivolti furono forse collocati nel pavimento della chiesa di
po a Pistoia, o in San Giusto, come fa supporre il logorio dei rilievi.
erchè gli si ascri- Un’altra notizia del Vasari si riferisce alla fondazione del
tante tanto sforzo, duomo di Siena, opera di Nicola. Ciò non è secondo il vero,
del genio i fastigi ma derivò dalla gran parte avuta dal figlio Giovanni nell’or-
stante l’ingrandi- namento della cattedrale, dalla fama di Nicola stesso che
eterna del genio, non sembrò doversi circoscrivere al solo pergamo, dal ricordo
jotizie che ci per- dell’arte pisana sui capitelli della navata mediana. Però al-
iel Vasari che Ni- cune transenne, delle quali si vedono i frammenti nel museo
nno 1257 che ven- dell’opera a Siena, possono far pensare che egli, benchè
il duomo loro, che non fondasse la cattedrale, dirigesse o ispirasse altri lavori
o molto, a miglior per adornarla. Le transenne del museo dell’opera con teste
———__——_ — di Medusa e una di pontefice (fig. 26) sono d’uno scolaro
via, 1788; RrvMoND, La di Nicola, anzi di quello stesso che scolpì rozzamente l’A7-
essere inscritto il suo nunciazione, la Natività e Adorazione de’ Magi in un marmo
ipreso più tardi (avrebbe che si vede nell’interno del duomo, e fu creduto romanico
a ee duo e anteriore all’opera del solenne maestro.
Lo padellaio fu eseguita
ATTHAEI DE CORIGIA ! MILANESI, op. cit., I, pag. 303-304.
appunto nel 1278 il Co- 2. SUPINO, Op. cit. pas. 96.
3$1IMO.