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ordine di Bartolomeo Lupi di Soragna, nella quale collocò
le arche dei Lupi e dei Rossi di Parma.’
È probabile ch'egli stesso eseguisse l’arca del giurecon-
sulto Rainerio degli Arsendi, ora nel chiostro del Santo
(fig. 632-633). Quivi è un frammento d’una Maddalena (fig. 634),
che ricorda le forme figurate migliori delle arche carraresi, e
quindi quelle del maestro principale o di Andriolo de Sanctis;
Fig. 637 — Padova, Chiesa degli Eremitani. Arca d’Ubertino da Carrara.
e vi è pure l’arca di Corrado e Daniele Sala, che rammenta
piuttosto uno dei collaboratori di Andriolo (fig. 635 e 636),
nelle forme più strette e nelle pieghe oblique. Dalla stessa
bottega d’Andriolo dovettero escire le arche in San Fermo
di Verona, una di Barnaba Morani (fig. 637), l’altra di Gio-
vanni Scaligero (fig. 638), ora trasportata tra quelle del suo
casato, entrambe ricavate dal modello delle sepolture car-
raresi.
1! GENZATI, La Basilica di Sant Antonio di Padova, 1852, pag. CVI1I.