Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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di correggere fu certo più accomunato; e se il disegno d’insieme e le 
7 mss. del con- varie composizioni spettano a Nicola, nell’esecuzione delle 
1Uus, CONVersus, parti, anche delle migliori, la. mano dell'allievo non deve 
tris nostri Do- esser mancata ». In conchiusione, il Supino prima trovò ra- 
us alabastrino, gionevole che a Nicola si debba la parte principale del 
’ il padre Mar- lavoro, poi che a lui si ascriva il disegno d’insieme e la 
tutte le storie linea della composizione e la esecuzione in comune con fra’ 
le due laterali; Guglielmo, arrivando così a una vera assurdità, ad ammet- 
>pinione, quan- tere la fusione, il miscuglio della maniera del maestro e dello 
divisa dal Ca- scolaro. Non ci sembra che il passo della Cronaca del con- 
gno delle scul- vento di Santa Caterina meritasse tanta attenzione e tanti 
sarono che nel commenti, sapendosi della non contemporaneità dello scritto, 
di Nicola, Gio- di cui fu autore Domenico de’ Peccioli, morto nel 1407. Egli 
:ro nel pulpito trasse pro di una vecchia tradizione, nella quale doveva 
0, ° per ultimo, campeggiare Nicola d’Apulia, il sommo maestro, e in un 
a di Santa Ca- ordine inferiore fra’ Guglielmo, considerato come architetto 
cola, nel: 1265," dell’arca, solo perchè la tradizione rappresentava il frate 
’ Guglielmo do- come architetto del suo convento. 
‘onaca stessa di Certo è che in tutta l’arca non è possibile riconoscere la 
ciato all’archi- mano di Nicola, il quale, del resto, dovette per qualche 
‘he autore prin- tempo, mentre quella si scolpiva, attendere al pergamo di 
ro artefice non Siena, avendo fra’ Melano, operaio del Duomo senese, fissata 
soggiunge poi una multa di cento lire pisane e anche doppie, più le spese 
nione, general- di curiali e avvocati, nel caso che Nicola non avesse adem- 
teriore si deb- piuto l’impegno. E mentre questi, nella convenzione con fra’ 
tutto il lavoro Melano, si riservava la libertà di assentarsi qualche volta 
per recarsi a Pisa, a fine di consigliare quei lavori nel Duomo 
e nel Battistero, nessuna riserva fece per Bologna. Fer- 
werke Italiens, Leip- veva il lavoro nel pergamo senese quando l’arca di San Do- 
menico fu condotta a compimento; e fu elevata, non nella 
que, Paris, librairie cappella dove oggi si vede, bensì nel coro dei frati dietro 
all’altar maggiore della chiesa dell’Ordine. Con elemosine si 
dato a Nicola, non era raccolto il denaro necessario, e, perchè fosse bastevole, 
si dovette ricorrere a frate Guglielmo a fin che desse l’opera 
sasso nel raso a fare sua a onore e gloria del Patriarca dell'Ordine stesso.
	        
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