Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

ja Ni- nel 1339 in patria;* Giovanni di: Bartolo, che fu alla Corte 
ICHO- d’Avignone, ed eseguì, tra gli altri capolavori, il reliquiario 
“ECIT. con le teste dei Santi Pietro e Paolo, che fu. ornamento 
1 Mo- della basilica di San Giovanni Laterano;* Giovanni Turini,’ 
he in nato nel 1384, che portò al Quattrocento il fiore dell’arte 
‘ivato trecentesca. 
trat- Nè Pisa, maestra nella scultura, mancò di orafi grandi, 
ttura, primissimo tra tutti Andrea Pisano, che non solo lasciò ar- 
stesso tistica eredità agli orafi suoi figli, ma anche ad altri fiorentini 
e del che lavorarono nell’altare di Santo Jacopo a Pistoia e nel 
olioni celebre dossale di San Giovanni. 
corto Fuor di Toscana l’arte dell’oreficeria fiorì nell’ Umbria. 
arric- Nel Museo dell’Università di Perugia fa bella mostra di sè 
ino il Cataluzio da Todi, col calice da lui firmato. * Negli Abruzzi, 
rnato escluso il solo territorio aquilaho, nel Trecento si vantano 
calici industri artefici, e principalmente a Sulmona. Della ricchezza 
11, SÌ della produzione artistica abruzzese fa fede il testamento del 
li poi cardinal de Ocra del 23 maggio 1300, che è come un inven- 
tario di cose preziosissime.® Maestro Lello di Lanciano fece 
‘esen- la croce che l’abate Benedetto offrì nel 1315 a San Giovanni 
rento. in Veneri; Bartolomeo di Paolo, teramano, nel 1394, il reli- 
ii oli quiario per le ossa di San Biagio, che Giulianova serba tuttora; 
Carlo Giovanni di Angelo, di Penne, la croce smaltata e il reliquiario 
e. 
osa: 1 MILANESI, Op. cit. 
320; 2 2 EuGENIO Miintz, Giovanni di Bartolo da Siena orafo della Corie di Avignone 
San nel XIV secolo (Archivio storico italiano, serie V, t. II, 1888); CARMELO ScIUTO- 
PaTtTtI, Le antiche oreficerie del duomo di Catania : la statua, lo scrigno e la bara 
ito; di Sant Agata, cenni storico-critici. Palermo, 1892 (Archivio storico sicilian’, 
ICOro- anno XVII); X. BARBIER DE MONTAULT, L’auvre de Limoges è Catane (Bulletin 
de la Société scientifique, historique et archéologique de la Corrèze, t. XV). 
2erto, 3 GAETANO MILANESI, Di Giovanni Turini orafo e scultore senese (1384-1455) 
“egio nel volume: Sulla storia dell’arte toscana, scritti varî, Siena, 1873. 
’ 4 Sull’oreficeria umbra, oltre l’Angelucci citato, vedi nel Giornale d’erudizione 
artistica, di ApAmo Rossi, i seguenti articoli: Stanziamenti e contratti per sei opere 
di oreficeria ite a male (1872); Inventario della sagrestia di San Domenico di Pe- 
101720 rugia nel secolo quindicesimo (1872); Seconda serie di stanziamenti e contratti per 
opere di oreficeria (1874). 
5 Cfr. FRANCESCO SAVINI, nell’ Archivio storico dell’ Arte. 1898, serie V, t. XXII.
	        
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