O
conservato in Santo Stefano,’ restaurato in più parti, nella
base del pinnacolo, nel fusto e nella patera che reggono il
bocciuolo del reliquiario, nel piede. Un terzo reliquiario, pure
in Santo Stefano, contenente le reliquie di San Floriano
(fig. 773-775), ha soltanto il nodo del fusto finamente lavo-
rato e coi fondi a smalto: tutto il resto è opera della bottega
del Roseto, non del Roseto stesso, tanta è la materialità dei
diversi pezzi stampati e messi insieme.
Altri reliquiari presero la forma di cassette, di scrigni,
di arche, di urnette: ne è esempio uno, benchè di tempo
avanzato, che si conserva a Palazzo Pitti (fig. 776).
Sopra tutti i monumenti dell’oreficeria del Trecento senese,
l’altare del SS. Corporale in Orvieto (fig. 777), tiene il primo
posto. A. Ugolino di Vieri fu affidato nel 1337 di eseguire il
tabernacolo che doveva contenere il sacro lino del Corporale,
la reliquia che Urbano IV aveva fatto trasferire da Bolsena.
Nel 1338, celebrandosi la festa del Co7zpus Domini, il taber-
nacolo fu portato per la prima volta trionfalmente per le vie
della città. In breve tempo Ugolino di Vieri co’ suoi soci
aveva eseguito l’opera magnifica, ordinatagli dal vescovo
Tramo Monaldeschi, dall’arciprete Angelo, da Ligo cappel-
lano del Papa e dai canonici orvietani. Costò 1274 fiorini;
vi s’impiegarono quattrocento libbre d’argento. È in forma
di gran trittico figurato da ambe le parti, nel diritto e nel
rovescio; la parte mediana anteriore è a due sportelli che
si aprono per mostrare la sacra reliquia. Nel davanti è rap-
presentato il Miracolo di Bolsena; il sacerdote celebrante,
testimone del prodigio, ai piedi del Papa (fig. 778) innanzi
al collegio de’ cardinali; il vescovo d’Orvieto, inviàto dal
Pontefice, che sull’altare di Santa Cristina, a Bolsena, esamina
il corporale intriso di sangue (fig. 779); e il vescovo stesso
! Porta sulla cupola la scritta: Rosetus de Bononia me fecit. Nella base la
scritta: 7 currente MCCCLXXX hoc insigne opus factum tuit tempore libertatis | regi-
minis popularis, et artium comunis Bonon. ad ornamentum sacri capitis hu | ius
sui protectoris et Jacobus dictus Rosetus fecit.