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gigrb scite, nè le schiave immergenti i neonati nel catino d’acqua:
la scena famigliare si è sostituita alle reminiscenze classiche
che spuntavano fuori nella composizione. ' La famiglia è in
giubilo, la bambina empie di gioia la casa prima vuota e
silenziosa.
ua Appena si può notare qualche rapporto con le figura-
| zioni della Natività di Gesu, nella riunione di due momenti
i diversi in un campo, quale si vede nelle sculture dei pulpiti
| di Nicola d’Apulia e de’ suoi seguaci. Ma non v’è corrispon-
denza con opera alcuna per l’aurea semplicità, per la forza
a, dell’espressione, per la libertà dei movimenti, e talvolta per
essa la linea dei gruppi: per esempio, quello dove le vergini e
n i celibi attendono il miracolo delle verghe.
i ’ Sull’arco trionfale della chiesuola, Giotto figurò l’Eterno
- Padre in trono gemmato alla cosmatesca, in atto di alzar la
i destra per far cenno a Gabriele che protende il capo in ascolto
dell’ordine divino (fig. 260-261). Un altro arcangelo, avvolto
pure in lungo e candido manto, nobilissimo, solenne, s’avvicina
al trono; e ai lati arrivano a volo angelici stormi seguiti da
angioletti musicanti. Il tipo dell’angelo che riceve l’ordine
del Padre è identico a quello di Gabriele, il quale subito, più
in giù, nell’arco, annuncia il Verbo divino a Maria. Quindi
la scena, inesplicata sin qui, significa l’ordine dato da Dio
a Gabriele di partire come suo araldo per Nazareth in Ga-
lilea e d’annunciare alla vergine Maria, della casa di Davide,
che è stata benedetta tra le donne. Dio avevà appellati a
sè gli angioli che arrivano candidi, lievi, divoti; e Gabriele,
pronto alla partenza, riceve l’ordine sovrano. ° Mirabile sin-
fonia che precede l’opera della redenzione dell’umanità.
L’Annunciazione della Vergine sta sull’arco trionfale della
chiesuola (fig. 262-263): da una parte Gabriele, dall’altra Maria.
Anche qui Giotto indica il sacro mistero senza forme simbo-
I A. VENTURI, La Madonna. Milano, Hoepli, 1900.
2 CROWE € CAVALCASELLE (Storia cit., 1, pag. 468) ritennero che la figura dell’E-
terno Padre fosse quella del Salvatore, Il MOSCHETTI (op. cit., pag. 59) corresse l’er-
rore ma, non s’accorse del significato della scena.