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il ciborio retto da colonnine tortili, e la capanna, dov’è la
greppia, con un frontone dal grave timpano triangolare, ba-
stano a dimostrare come il materiale architettonico, usato
dal musaicista, fosse quello suo proprio, comune soltanto ai
maestri romani.
Vuolsi che il musaico di Santa Maria Maggiore sia stato
compiuto nel 1295, quello di San Giovanni Laterano l’anno
dopo; ma la figura di Niccolò IV, morto nel 1292, ci fa du-
bitare della giustezza dell’indicazione, ricavata, almeno per
quello della basilica Liberiana, da un'iscrizione oggi perduta,
che ricordava il cardinale Jacopo Colonna. Certo questi e il
nipote Pietro, assunto alla porpora da quel Pontefice, coope-
rarono a restaurare e a ornare la basilica, giudicata lapsa7n,
come ne fanno fede le iscrizioni, * gli stemmi de’ Colonnesi
ai lati del grande finestrone della facciata, l’effigie di Jacopo
Colonna a riscontro di quella di Niccolò IV nel musaico del.
l’abside. Ma la data del 1295 non potrebbe essere che quella
del compimento del lavoro, iniziato e condotto innanzi vi-
vente il Pontefice.
Appena questi fu assunto al soglio pontificio, con una
bolla del 15 maggio 1288, « considerando che la chiesa di
San Francesco domanda spese non mediocri », ordinava che
parte delle limosine offerte dai fedeli fossero « dispensate
nel mantenimento » della chiesa stessa, e che « il Provin-
ciale poi e il Custode del Consiglio dei Discreti del'Sacro Con-
vento adoperassero il denaro raccolto nel riparare, nell’ac-
conciare, nell’ampliare ed abbellire la chiesa secondo che la
loro prudenza giudicherà espediente ». Probabilmente intorno
a quel tempo Jacopo Torriti eseguì a Assisi le pitture
della campata di volta nel mezzo della nave della basilica
superiore di San Francesco. Nei quattro spicchi della volta
sono quattro medaglioni su fondo dorato: Cristo (fig. 144),
la Vergine (fig. 145), il Battista e San Francesco. Grandi An-
gioli astati e col globo segnato da croce stanno negli spazî an-
1 'Vedi iscrizione riportafa dal Forcella.