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dire oggidì; ma la prima distinzione da noi tentata potrà forse
essere non inutile in seguito per ulteriori ricerche. Cimabue
che, a parer nostro, ebbe parte nel lavoro, fu chiamato ap-
punto, come maestro di musaico, in Pisa, a lavorare una Maestà
nell’abside della cattedrale (fig. 198). Ricordiamo pure che un
maestro Francesco, al quale i consoli dell’Arte di Calimala,
il 14 di maggio 1298, comandarono che non dovesse lavo-
rare nell’opera del musaico di San Giovanni per tutto il
Fig. 198 — Pisa, Cattedrale. Musaico dell’abside.
(Fotografia Alinari).
loro consolato, s'incontra a Pisa a dar principio nel 1301 alla
Maestà della Primaziale,' la stessa che Cimabue continuò.
Se ne potrebbe arguire che i musaicisti del Battistero fioren-
tino fossero ricercati a Pisa; ma Cimabue aveva già lasciato
testimonianze di sè nella vicina città, con la Madonna ora
al Louvre e con altre opere oggi perdute. Nel 1301, in com-
pagnia d’un suo garzone, lavorava nel musaico * poi com-
i 1 Commentario cit. alla vita d'Andrea Tafi, VASARI, I, pag. 343.
np 2 CiampI, Notizie della sagrestia pistoiese de’ Belli arredi.
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