Full text: La pittura del Trecento e le sue origini (5)

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mani sollevate e stese per ricevere, il viso anelante, sospi- 
roso gli bastarono a distinguere la Speranza da un genio 
antico. 
Nella parete dirimpetto le fa riscontro la Disperazione 
(fig. 299), brutta femmina appiccata, tutta contraffatta e gonfia, 
mentre dà gli ultimi tratti e un demone l’afferra con un raffo 
per trasportarne la carcassa nelle bolge oscure. Pende da una 
fascia annodata in alto a. un travicello, con’ nodo; corsoio 
al collo; ha la testa reclina sopra una spalla, i capelli ca- 
denti, le braccia stese convulsamente, le mani contratte, 
il. corpo insaccato nella lunga tunica. Anche qui, nel dar 
forma all’idea astratta della disperazione, l’artista volle me t- 
tere in azione la figura, mostrarla in preda alla morte e al 
demonio: l’anima, che in Dio non ripose fiducia, è già gher- 
mita dal nero demonietto, poichè la disperazione cade nel 
dominio degli spiriti maligni, ed è morte atroce nellà vita 
presente, morte senza il beneficio della redenzione nella futura. 
La Carità (fig. 300), che Tommaso d’Aquino definì come 
virtù divina che ci unisce a Dio, madre d’ogni virtù, ha la testa 
nimbata, inghirlandata, dalla quale escono tre vampe. Dante 
nel Purgatorio (canto XXIX), descrisse la Carità rossa come 
il fuoco, e tutte le rappresentazioni italiane, prossime di tempo 
al divino poeta, mostrano la Carità fiammante. Giotto la vestì 
come la Speranza, le cinse il capo d’una corona di rose e 
le collocò nella destra una patera con rose, spiche, mela- 
grane, nocciuole, pere e mandorle, nella sinistra il cuore che 
offre al Redentore. Non somiglia all’Abbondanza, come in 
tanti monumenti, non è la madre ricca di prole, come in 
tanti altri: è la donna, che reca nella destra le dovizie del- 
l’anno, di cui farà dono liberale, come delle borse e dei 
sacchi d’oro che le stanno ai piedi, mentre porge il cuore 
a Dio in atto d’amore. Il simbolo delle tre vampe sul capo, 
inghirlandato, come il Maggio, di rose, appena s’intravede. 
Di contro è l’/nvidia (fig. 301), orrida strega sul rogo in- 
fernale: ha il capo cornuto e le orecchie di vampiro; una
	        
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