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l’aiuto in alcune parti accessorie: nell’Angiolo, confuso da i
Crowe e Cavalcaselle col Redentore, che reca la corona -
alla Speranza: negli altri due Angioli che ammirano la Fede, O
sporgentisi come da un finestrino, tutti a contorni nerastri, -
con ciocche di capelli serpentine. Ma lo spirito di Giotto è
da per tutto nella cappella degli Scrovegni, e in quelle alle-
gorie, non mai fredde e rispondenti a un vecchio schema,
sempre animate e moderne. Probabilmente la composizione
giottesca rispondeva a un testo letterario, trascritto sotto
le figure allegoriche, del quale oggi restano pochi frammenti
di strofette ritmiche. Si volle dal Volkmann che fossero com-
prese di spirito dantesco; ma Dante nelle allegorie delle i
Virtù ricorse alle forme simboliche de’ Bizantini. Rappre- He
sentando le tre Virtù teologali, egli figurò la Carita rossa
di fuoco, secondo la convenzione bizantina, per indicare la i
luce, il sole, l’ardore; la Speranza color di smeraldo, perchè i
questa virtù era considerata una pianta vivente, il desiderio -
umano destinato a rinverdire; la Fede, come neve purissima
caduta di fresco; mentre la Fede di Giotto è chiesastica, è
una sacerdotessa, non la candida figlia della Teologia, dan- i
zante con le compagne ancelle di Beatrice. A questo pro-
posito, Dante ricordò le ancelle di Diana, le iddie de’ boschi, e |
chiamò ninfe le Virtù teologali, associando sempre nella Divina ell
Commedia il moderno all’antico, il Paradiso all’Olimpo. Nel y
figurare le quattro Virtù cardinali, le vestì di porpora, le Mt
mosse a festa guidate dalla Prudenza con tre occhi in testa,
rendendo così l’imagine men verosimile, per indicare che
questa « richiede buona memoria delle vedute cose e buona
conoscenza delle presenti e buona previdenza delle future ».
Giotto la rappresentò invece come una dottoressa seduta al
suo banco, specchiantesi, e, dietro le bende che ne inqua-
drano il volto, lasciò scorgere appena un’altra faccia dise-
gnata secondo le reminiscenze della imagine di Giano bi-
fronte. Evidente è quindi la differenza tra le concezioni
dantesche e le giottesche: le prime s’addentrano nella Sco-