Full text: La pittura del Trecento e le sue origini (5)

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lle Un altro Crocefisso del 1187, dipinto da Alberto Sotio * 
nno. a Spoleto (fig. 1), ci presenta pure Cristo con la testa eretta, 
I” gli occhi spalancati, i capelli cadenti a ciocche serpentine 
gum sugli omeri, le mani con dita lunghe e aperte palme, il 
corpo a perpendicolo; un leggero panno gli cinge i fianchi 
è e scende fino ai ginocchi; i piedi, tirati in giù, sono sepa- 
racco tatamente inchiodati. Nella tabella, Giovanni a destra, Maria 
lella a sinistra, in atto di portare una mano alla guancia e aprire 
10 vella- l’altra tristemente. A questo Crocefisso può associarsi quello 
torno. già nella chiesa di Porziano (comune di Gualdo), ora nella 
ia sagrestia di San Francesco in Assisi (fig. 2): sembra ese- 
dai ouito da un calligrafo, a chi ne osservi i contorni e per- 
O fino i gshirighori che formano le gocce di sangue cadenti dai 
ni HA fori tondi delle mani. Di qua e di 1à della tabella, le Marie 
sisi e Giovanni; in alto, due angeli che tengono un clipeo in 
RI cui era forse l’imagine del Redentore ascendente ai cieli. 
ci Nè meglio è il Crocefisso di Santa Chiara in _ Assisi (fig. 3), 
La di una rozzezza estrema, con il Salvatore dalla testa pesante, 
Si dalle membra segnate schematicamente, così che un cer- 
fto chietto indica le rotule delle ginocchia, e la linea, come di 
goli campana, lo sterno. In generale i pittori si provano a ren- 
| dere il corpo macilente, e segnano la linea fibrosa che divide 
LL i muscoli retti dell’addome, scendenti paralleli sino al pube, 
e perfino, a mo’ di segmenti, quelle striature bianche che si 
i notano sotto la pelle, lungo quei muscoli, e che non si mani- 
i] festano all’esterno se non per forte contrazione di un corpo 
- disfatto. 
Jesus Nazzarenus Rex Judeorum, e quindi il cartello con l’iscrizione: ANNO MILLENO 
NE CENTENO TER | QVOQ(#e) DENO OCTAVO PIN | X(it) GVI... ET HAEC METRA 
FINXIT. Il nome di Guillelmus, dato anche dal Rosini e da Crowe e Cavalcaselle, oggi 
rodotto non si legge più chiaramente, perchè l’ iscrizione è abrasa in quel punto; ma pare che 
ene questo nome vi si debba leggere, benchè il metro latino non torni. 
my ducetur 1 Era nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, ora è esposto nella cappellina Eroli nel 
o chiara» duomo, a destra dell’entrata. L’iscrizione è mutila: A. D. M.C.L.XXX VII. HOC. | 
pri OPVS$S ALBERTO SOTI... La prima riga è in caratteri neri su fondo bianco ; la seconda 
5 sinistro 2 in caratteri bianchi su fondo rosso. Tutti hanno letto Sotii, ma par che si debba leggere 
i disotto SOTIO. Dopo il SOTI si vede ancora il frammento d’una lettera che certamente non è 
n la 006 un’ 1; una curva come una C, o una mezza O, lettera interrotta per la lacerazione e aspor- 
entare la tazione della pergamena.
	        
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