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invece composte a fatica da uno spirito grave e lento, mi-
nuto nei particolari, migliori quando piccoli e decorativi.
Certo non può essere l’autore delle libere, facili e tarde pit-
ture del Camposanto, il Traini compassato, arcaistico, su-
perficiale ne’ suoi quadri autentici. '
Altri pittori pisani, poco noti, lo seguono, e fra gli altri
Giovanni di Cese, Jacopo di Simonetto, Neruccio di Federico,
Giunta di Bonagiunta, Giovanni di Giovanni e Piero di
Puccio, che nel 1365 andarono «pro onore et utili Pisani Com-
munis » ai servizî di Galeazzo Visconti signore di Milano. *
Tra questi, Piero di Puccio, di Orvieto, è noto per aver
dato principio nel 1390 alle scene della Genesi in un lato
del chiostro del Camposanto. Già nel 1357 aiuto di Ugolino
di prete Ilario nel dipingere la cappella del Santissimo Cor-
porale, in Orvieto, nel ’76 e in seguito (1381-1388) musaici-
sta nella facciata di quella Cattedrale, ° egli mantenne ca- alas
ratteri dell’arte senese, che nella sua città ebbe padronanza. to tr
Nel 1389 Parasone Grassi, operaio, lo invitò a Pisa;
dove dipinse nel Camposanto da pittore materialone e, per
dirla alla moderna, provinciale, le prime storie della Genesi.
Seguace de’ Senesi, è ben lontano dalle forme superbe che
uscivan di Siena, per le quali si potrebbe richiamare il verso
del Petrarca:
quanta arte indora, imperla e innostra.
Per invitare Piero di Puccio a Pisa doveva esserci grande
miseria artistica cittadina. E del resto, Cecco di Pietro, an-
goloso e crudo (efr. il suo quadro nel Museo Civico pi-
sano firmato e datato 1382), Jacopo. di Michele detto il .
Gera (cfr. suoi quadri firmati nel suddetto Museo), Getto di
Giacobbe (vedi il quadro nello stesso Museo firmato e con
la data 1391) furono ben poveri pittori. Men peggio Turino
Vanni, ne’ suoi quadri del Louvre, di Palermo e di Pisa in
I TANFANI-CENTOFANTI, Notizie di artisti tratte dai documenti pisani, Pisa, 1897.
2 FumI, Z7 Duomo d’Orvieto e i suoi restauri, Roma, 1891.