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“On del simile gli appartengano, parecchie altre hanno corrispondenza
“Usi val con esse per la decorazione esuberante e chiassosa, con figure
MMeraria informi e grossolane, prove d’imperizia e di fretta, del ca-
gni priccio e della volgarità dell’autore e del suo aiuto, Alessio,
Ponti ur oriundo di Vico, paesello laziale. Un’altra testimonianza si
‘rate, può aggiungere nella stravagante decorazione degli stipiti
Pes ve della porta della Cattedrale di Messina.’ E si è ben lontani
illterra nel anche dall’intravvedere le forme nuove, che i Toscani ricon-
ita Cecilia, durranno a Napoli.
È di andar- Mentre l’abate Baboccio spadroneggiava nella scultura a
no veduto. Napoli, Gualtiero dl’ Alemania, nel 1412, * incideva il proprio
fuse nome nel monumento dei Caldora, in Santo Spirito di Sul-
la Catte- mona, intagliato alla gotica, duramente, rigidamente. Sul
palazzo sarcofago rappresentò la Incoronazione e gli Apostoli, come
secolo Circa nell’altro (fig. 27) eseguito dallo stesso maestro in San Giu-
del nen seppe d’Aquila, nell’arca di Ludovico Camponeschi (+ 1432).
Gap Gio Lo scultore tedesco, pur accettando in massima la forma con-
porti este: sueta de’ pittori napoletani, v’impresse un aspetto più pit-
1 famiglia torico. Gli angioli, invece di regger cortine, stanno pietosi
a Pinna di qua e di là dal defunto, come per accoglierne o consa-
Donna crarne l’anima; e, dietro il letto funerale, sopra un rialzo
i - al di terreno, cavalca il giovane guerriero. Come nel monumento
i ict, del re Roberto a Napoli, questi si vede due volte, steso
Leaf nel letto funebre e seduto nel faldistorio; così nell’arca del
o Camponeschi il milite si presenta nel duplice aspetto di
O morte e di vita. Similmente Gualtiero d’Alemagna eseguì il
monumento di Niccolò Gaglioffi nella cappella di San Gia-
il como in San Domenico d’Aquila, oggi distrutto; e, insieme
mo VI, fisc. con altri artefici, con l’orafo Giovanni di Cleves (+ 1428)3
tantente. e con gli autori dell’ostensorio della chiesa madre di Isola
- i 1 BURCKHARDT, Der Cicerone, VIII ed., 1901, II, pag. 408.
poi, 2 Potrebbe essere il maestro Walter Monich (o da Monaco) che lavorò a Milano
ad Hi nel Duomo? Il Bindi dà erroneamente la data del 1402 al monumento. (Cfr. Monumenti
sone in N00 storici ed artistici degli Abruzzi, Napoli, 1889, pag. 763).
3 W. ScHurz, Denkmiler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, 111, Dresden,
1870, pag. 179.
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