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del Gran Sasso (Teramo) e del pastorale francese della Cat-
tedrale di Atri, ecc., recò elementi stranieri nell’arte del-
l’Italia meridionale. Di Lombardi che si addentrarono negli
Abruzzi ricordiamo solo, tra parecchi meschini tagliapietra,
Giovanni de’ Rettorii milanese, autore d’un ciborio nel Duomo
d’Aquila, dove si vedono i resti rappresentanti l’Annuncia-
zione e la Visitazione, il Presepe e il Battesimo di Gesù. Un
altro frammento dello stesso ciborio è nella parete di fianco
di Santa Margherita, in Aquila. Ma lo scalpellino goticizzante
di quell’opericciuola ed altri che si possono incontrare qua
e là, ad esempio quello del grossolano sarcofago del vescovo
De Petrinis (circa 1412), in San Panfilo di Sulmona, non po-
terono certo fecondare l’arte degli Abruzzi. Anche per questo
paese luce e calore emanarono di Toscana.
VENTURI. Storia dell Arte italiana, VI.