= Quo
Le stesse teste pienotte di putti sporgono tra il fogliame
gotico della pila dell’acquasanta in San Martino di Lucca,
e sono opera della mano medesima di Jacopo della Quercia,
che in quella Cattedrale, dove scolpì Nicola d’Apulia, segna
i nuovi trionfi dell’arte.
Con grande difficoltà si riconosce una somiglianza di
forme tra quelle teste e l’altra, potentemente naturalistica,
del Bambino Gesù tra le braccia della Vergine, nella sagrestia
del Duomo di Ferrara (fig. 30). La Madonna reca nel marmo
una scritta col nome di Jacopo e la data del 1408; è apo-
crifa, ma servì a tracciarla un’antica tradizione raccolta già
dai Guarini, ° o un’antica iscrizione che dovette leggersi
sotto l’immagine prima del trasporto di essa dalla chiesa
nel capitolo de’ Canonici. Certo è che il 18 giugno 1408
maestro Jacopo de Senis lapicida aveva compiuto una Ma-
donna col Bambino per la cappella de’ Silvestri nel Duomo
di Ferrara, ? la quale con tutta probabilità è quella stessa
che si vede ora nella sagrestia.
Par dubbioso che, dopo avere eseguita la ideale figura
d’Ilaria del Carretto, l’artista abbia scolpito forme così mac-
chinose; eppure le pieghe radiate dalla cintura, sopra, nel
busto e, sotto, nella gonna, quali si vedono nella dolce Ilaria,
si rivedono qui nella Madonna dalla Melagrana. Così altri
particolari stringono a dare al maestro senese quest’opera
giovanile, la quale ci fa pensare che, trovandosi a Ferrara,
egli abbia avuto modo di conoscere il gotico fiorito de’ Ve-
neziani, che s’apprese a lui come a quell’Andrea da Fiesole,
scultore in Bologna ne’ primi decenni del 1400. Nell’Emilia,
dove l’attività di Jacopo trovò il principale svolgimento,
l’arte sua fu nutrita dall’esempio de’ maestri veneziani che
là avevano dominato. Quella Madonna trovavasi probabil
mente sopra una nicchia fiancheggiata da fasci di pilastrini,
1 È assegnata a Jacopo da Enrico RipoLFI, op. cit.
2 GUARINI, Compendio storico sull'origine delle chiese, ecc., di Ferrara, 1621.
3 L. N. CITTADELLA, Notizie relative a Ferrara, 1, 1868, pag. 64.