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la gamba sinistra ignuda. E qui si mostra la intenzione nuova
di Donatello, suggeritagli dallo studio dell’antico: mettere
in evidenza le forme ignude. Contento della prova, avvolse
il manto intorno alla persona in modo da non ricoprire il
suo ardimento, e ripetè similmente il partito artistico nel
Davide del Bargello. Nell’altro Profeta, a sinistra, fece una
figuretta giovanile, coronata di vitalba, ma tutta timida,
come imbarazzata. Par di vedere nell’uno e nell’altro i saggi
di un fanciullo che rispecchia sè stesso e il suo mondo,
impotente a rendere le forme grandi e solenni dei Profeti.
Nelle pieghe del manto del secondo piccolo Profeta si
può vedere qualche curva nella maniera del Ghiberti, come
un ricordo di questo maestro può riconoscersi nel disegno ar-
cuato del manto del Davide. Tale figura elegante (fig. 135)"
signorile, non ha il tipo popolare che Donatello impresse
poi alle sue statue. Par che un giovane Bacco vestitosi di
finissimo cuoio, allacciatosi in fretta il manto, si presenti,
eretta la testa davanti al pubblico che vuole applaudirlo. Ma
l'energia di Donatello non si determina ancora: la testa del
biblico eroe non è gagliarda, le belle mani dalle dita affu-
solate non hanno forza. Si palesa invece lo studio dell’antico
fatto in Roma quando il popolo chiamava lui e il Brunellesco
quelli del tesoro, credendoli geomanti in cerca di ricchezze
sepolte: guardisi la testa di Davide coronata d’edera, dalle
orbite degli occhi non tocche, e il testone di Golèa che par
quello d’Argo o di Polifemo. Mentre scolpiva il Davide,
Donatello attendeva pure al San Giovanni Evangelista finito
! L’allogazione del Davide è del 20 febb.: 1408 (SEMPER, op. cit.; p..273). Il Davide;
cominciato allora ad eseguire da Donatello, fu finito nel 1412 (v. doc. che cita ia statua
in SEMPER, cit., p. 275). È probabilmente lo stesso che nel 1416 fu trasportato nel palazzo
della Signoria, e ora è nel Museo Nazionale di Firenze. GAETANO MILANESI (Catalogo delle
Opere di Donatello e Bibliografia degli Autori che ne hanno scritto, Firenze, 1887) scrive
che la statua gli fu commessa nel 1416 dalla Signoria, e che la lavorò nelle stanze del-
l’Opera; suppone che il Davide sia lo. Zuccone. E dice: « fu fatto pur lo sprone d’una
delle tribune del Duomo: vi stette sino al 1435 nel quale anno fu messo nel Campanile >».
Veramente il documento del 6 luglio 1416, nel quale è parola del decretato trasporto
della statua nel Palazzo Pubblico, dichiara che la figura marmorea del Davide era esistente
nell’Opera del Duomo.
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