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per freddo e manchi di sangue; gira gli occhi miti e dolenti,
socchiudendo le labbra, mettendo in mostra i dentini che sem-
bran battere ; si segnano le costole nel petto dimagrito ; s’al-
lungano in giù sotto quella camicia di pelli le gambe penzo-
loni da quel corpo miserello. È la figura d’un adolescente in
cui la vita s’estingue, uscito da una malattia che l’ha este-
nuato, preso da febbre in sul crescere. Ha una banda intorno
al capo, e porta calzari, accenni allo studio dell’antico, che
non disturbano le ricerche intime, profonde, principalissime
per rendere la verità della vita. Quanta differenza da questo
a l’ottuso Battista che si vede al Museo Nazionale di Firenze,
statua come incassata dentro un rettangolo, stentata perfino nel
modo di tener la croce che pare in bilico sui polpastrelli della
destra, sforzata nel movimento, nell’attenzione alla lettura del
rotulo! È opera di Michelozzo, non di Donatello. ’ A lui ap-
partiene invece la statua di Davide di casa Martelli, prossima
per tempo alle altre del campanile. C’è in essa l’intenzione
di rendere, più che nella statua del Museo Nazionale di Fi-
renze, il carattere del biblico pastorello in quel forte giovi-
netto con una banda intorno al capo, in atto di tenere con la
destra la fionda e di poggiare all’anca la sinistra, vestito di
semplice tunichetta, con rotti calzoni. Invece dell’elegante
sfrombolatore, abbiamo qui il fanciullo atletico, prototipo del
Davide di Michelangelo.
Mentre Donatello eseguiva queste statue, passando dalle
forme arcaistiche del San Giovanni Evangelista alle ricerche
naturalistiche dello Zauccone e del Geremia, e a quelle degli
effetti a distanza con l’Abacuc, ° gli furono allogate opere
diverse: nel 1418, il Marzocco per la scala del Papa in Santa
I Secondo lo SCHMARSOW (Donatello. Eine Studie iber der Entwickelungs des Kiinst-
lers und die Reinfolge seiner Werke, Breslau, 1886) Michelozzo collaborò in questa
opera; secondo VON TsSCHUDI (Donatello e la critica moderna, in Rivista Storica italiana,
‘Torino, 1887) la statua non è « all’altezza delle altre opere del maestro, neppure nell’ese-
cuzione », ma sarebbe insomma del maestro stesso, «alla fine del secondo decennio della
sua vita artistica ».
2 FRIDA SCHOTTMÙULLER, Donatello. Ein Beitragi: zum Verstindnis seiner Kiinst-
lerischen Akt, Miinchen, 1904.