Full text: La scultura del Quattrocento (6)

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coeli, ma anche un tabernacolo in San Pietro, ora nella sa- 
grestia de’ Beneficiati. * 
Questo pare composto in modo frettoloso, con parti ar- 
chitettoniche poco rispondenti nell’organismo generale alle 
leggi dell’antico, messe insieme con strani ingegnosi criterî. 
Nel mezzo, il ciborio con timpano triangolare e la trabea- 
zione anche corsa da cornice a foglie d’alloro, posta sopra 
due regoletti che fiancheggiano la portella del tabernacolo; 
il ciborio è incassato tra pilastrini scanalati, sui capitelli 
corinzî de’ quali stanno mensole che reggono un alto attico; 
di qua e di là dalle basi, dai. pilastrini, dalle mensole e dal- 
l’attico, in un grado inferiore, si ripetono in profilo le basi, 
i pilastrini, le mensole e l’attico. 
TI tabernacolo di architettura classica sta chiuso tra due 
pilastrini che reggono una cimasa, nella quale è scolpita in 
bassorilievo la Deposizione di Cristo, scoperta alla vista dei 
fedeli da due angioli che sollevano una cortina. Altri angioli, 
ritti sulla predella del tabernacolo, si avanzano a mani giunte 
per adorare l’immagine esposta nel mezzo. Appena si trova 
qualche traccia estranea all’antichità, nelle piante stilizzate, 
goticizzanti che spuntano da vasi ansati di qua e di 1à dal 
tabernacolo, e nella cortina che gli angioli sollevano in alto. 
Del resto, le cornici con foglie e ovoli, le volute delle men- 
sole, i tondi raggiati, i genî accosciati sul timpano e quelli 
che tengono il tondo porfireo, mostrano lo studio intenso del- 
l’antico. Eppure Donatello non rinuncia all’arte propria, rag- 
gruppando ai lati della portella del tabernacolo puttini devoti, 
ammiranti, belli di curiosità infantile, e dimostrando nella De 
1 Sul soggiorno di Denatello a Roma cfr. D. GNoLI (Le opere di Donatello in Roma, 
in Arch. stor. dell'Arte, 1888, pag. 24 e seg); SCHMARSOW, Op. cit. Il dott. CORWEGH, 
in una comunicazione del 16 novembre 1997 all’ Istituto tedesco di storia dell’arte in Fi- 
renze, discorse di una pietra tombale di Donatello in Santa Maria del Popolo, finora inos- 
servata a causa della sua corrosione; e di un rilievo in terracotta posseduto da un privato 
in Firenze (?), eseguito da Donatello durante il suo soggiorno in Roma. Infine LISETTA 
Ciaccio (Copia di un’opera perduta di Donatello in Roma, in L'Arte, 1905, pag. 375) svolse 
un’ipotesi plausibile a proposito di tabernacoletti romani, aventi a modello uno perduto 
di Donatello.
	        
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