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Il moltiplicarsi delle pieghe delle vestimenta, che sem-
brano matasse di cordoni disposte intorno a un arcolaio,
richiama molte simili sculture di Roma, probabile opera di
Isaia da Pisa, figlio di maestro Pippo di Gante, che fu in
rapporti con Donatello quando questi scolpiva il monumento
del Cardinal Brancacci.’ « Pippo picchiapetre figliuolo di
maestro Johanni di Ghante picchiapietre di Pisa », come è
chiamato in un documento pisano, fu a Roma e lavorò nel
palazzo Vaticano nel 1431,” probabilmente col figlio Isaia,
che lasciò erede dell’arte propria il suo discendente Gian Cri-
stoforo Romano, il maggiore rappresentante della scultura
romana al principio del ’500.
È probabile che la prima opera d’Isaia sia stata il mo-
numento di Antonio Martinez Chiaves di Portogallo. Questo
lavoro venne affidato nel 1447, anno della morte di quel
Cardinale, al Filarete; ma essendo questi fuggito in quel
l’anno stesso da Roma, sotto accusa di furto di reliquie, il
sepolcro fu eseguito qualche anno dopo da Isaia. Il monu-
mento, prototipo di una grande serie di monumenti funerarî
romani,* era costituito dal sarcofago retto da mensole, con
la statua del defunto sopra distesa, chiuso tra due pilastri
divisi da nicchiette a conchiglia con figure di Santi, di Virtù
o delle Arti liberali, e sormontati da un architrave con angioli
reggi stemma nel fregio. Nel sepolcro del Cardinale di Por-
togallo, nelle due nicchie superiori, V’ erano l’Arcangelo e
l’Annunciata; nelle inferiori, due per parte, le quattro Virtù
cardinali; nel fondo del vano ov’era il sarcofago, le tre Virtù
1 TANFANI-CENTOFANTI, Op. cit, pag. 3-4.
2 Mintz, Les arts ecc., I, pag. 35.
3 LISETTA CirAccIO, art. cit., suppose che il cassone co’ due putti reggi cartella resti
soltanto del Filarete, pur riconoscendo differenze tra essi e quelli della porta in bronzo
di San Pietro in Vaticano. — LAZZARONI e MUNOZ, op. cit., negano ogni rapporto dei due
putti col Filarete, e li ritengono di tempo molto posteriore al 1447, anzi intorno al 1460.
4 LISETTA CrAccio, art. cit., pag. 175, contro a parecchi scrittori che considerano
prototipo il monumento di Eugenio IV. Cfr. STEINMANN, Rom in der Renaissance, Lei-
pzig, 1899, pag. 24; BURGER, Geschichte des #orentinischen Grabmals von den iltesten
Zeit bis Michelangelo, Strassburg, 1904, pag. 228; E. BERTAUX, Rome, Il, Paris, 1905,
pag. 113.