Full text: La scultura del Quattrocento (6)

RE 432 anni 
ficeria, in terracotta, in legno e in marmo ‘ fece il Vecchietta, 
il quale esercitò un grande influsso sui senesi più giovani 
di lui, che studieremo in seguito. 
Oltre le opere del Vecchietta ispirate a Donatello, ne 
abbiamo parecchie a Siena che si conformano ai modelli 
del maestro. In San Francesco, una Madonna (fig 318), che 
sembrò corrispondere in qualche modo alla maniera d’An- 
tonio Federighi,. è una riduzione con varianti della Madonna 
donatelliana, di cui sono esemplari a Padova, nel Museo e 
presso il Conte Camerini, e a Verona nel Museo Civico; così 
che conviene ritenerla un’immagine riflessa di quelle, quindi 
lavoro probabile di Urbano da Cortona. Un’altra Madonna, 
detta del Perdono, nella porta laterale a mezzogiorno del 
Duomo di Siena (fig. 319), è creduta del tempo più tardo 
di Donatello,’ eseguita però da un suo cooperatore. Pare di 
riconoscervi uno degli scultori che collaborarono con lui nel 
pergamo del Duomo di Prato, o almeno alcuna somiglianza 
fra le teste d’una formella meno accurata de’ fanciulli del per- 
gamo con questa del divin Bambino. 
Gl’influssi di Donatello continuarono, e si notano perfino 
nella decorazione della porta della chiesa di Fontegiusta 
(fig. 320), recante la data del 1489, tardo lavoro di Urbano 
1 Cfr. MILANESI, Documenti cit., e notizie biografiche nel vol. IV del ms. del RomMA- 
GNOLI (1772-1848) riportate dallo SCHUBRING, Die Plastik Senas cit., pag. 105-107. Lo 
SCHUBRING non assegna a lui, quantunque per il modo di piegare si dimostri proprio suo 
e non del Federighi, il San Giovanni Evangelista all’entrata della Libreria nel Duomo 
di Siena; e gli assegna invece lo stemma dei Piccolomini in Siena nella Via di Città, 
fatica più probabile di Urbano da Cortona: lo stemma è retto da due angioli, l’uno col 
corpo fa un arco inverosimile, il secondo è puntellato da una gamba che pare una clava, 
e perde l’altra tra le pieghe arcuate della tunica. 1 due putti che stanno nell’alto fanno 
un ghigno, e puntano i piedi sulle nubi, ora uguali a fusi, ora a frammenti di roccia 
appiccicati ai piedi di quegli spiritelli; e la gamba che sta più indietro, si rattrae o s’ac- 
corcia fuor d’ogni legge. Tengono i due putti la tiara papale, che pare un campanone. 
Lo ScCHUBRING (Die Plastik, ecc., pag. 97) assegna anche al Vecchietta un San Berna7- 
dino in legno, nel Duomo di Narni: figura troppo semplice, dalle pieghe troppo poco 
complicate per ascriversi a quel maestro. Lo stesso autore ritiene che sia stato esemplare 
al Vecchietta il tabernacolo in marmo nel Duomo di Pienza, eseguito con tutta proba- 
bilità nel ’500 (Die Plastik, ecc., pag. 92). 
2 SCHUBRING, Die Plastik, ecc., pag. 76. 
3 BopDE, Florentiner Bildhauer cit., pag. 108. — SCHUBRING, Urbano da Cortona cit., 
pag. 39, nota I.
	        
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