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giorno in disuso, ma senza che l’arte, come crede il Didot,
ci perdesse. Quelle dimenticanze produssero fiori di poesia,
frutti di buona logica, slanci di genio. Non più serrata nei
confini rigidi dell’iconografia medioevale, l’arte trovò la vita.
Ne’ bassorilievi del Campanile Luca si avvicina maggior-
mente a Donatello, sforzandosi ad avvivare le figure, benchè
nel piegare de’ grossi e pesanti mantelli, nelle elaborate
pieghe, si dimostri che la materia nelle sue mani era meno
malleabile. Nel 1439, finite le sculture del Campanile, lavorò
intorno ai due altari per le cappelle di San Pietro e di San
Paolo nel Duomo. Due degli incompiuti bassorilievi, ese-
guiti per ornamento di quelli, vedonsi nel Museo Nazionale
di Firenze, e mettono sempre più in rilievo la differenza di
comporre e di fare tra Donatello e Luca. In uno, San Pietro
liberato dal carcere (fig. 374), vedesi, dietro l’inferriata d’una
prigione, l’angiolo che parla a Pietro; fuori di quella, dor-
mono gli armigeri, e l’angiolo conduce per mano San Pietro
che volgesi timoroso ad essi, e si stringe alla sua guida.
L’ambiente dell’atrio della muda medioevale è reso con pochi
tratti e gran forza: un pilastrone con un capitello a tronco
di piramide rovescio, due colonne ai lati con capitelli me-
dioevali ornati di semplici e liscie foglie uncinate; l’angiolo
è poderoso; San Pietro, tremante, con occhi incavati, è
donatellesco; le guardie dormienti sulle armi o stese a terra,
anche nel sonno hanno l’espressione burbera e ignobile; le
vestimenta sono più sottili e lievi di quelle del Campanile.
L’altro rilievo, la Crocifissione di San Pietro, meno avanzato
nella condotta, ancora informe, è meno felice per la ricerca
insistente della simmetria che menoma l’effetto tragico. Il
ritmo; l’equilibrio de’ corpi, grati nelle scene tranquille e
dolci, diviene materialità nelle tormentate e forti; ma lo
spirito dell'artista, alieno da ogni furor d’arte, non poteva
rendere le tragedie cristiane. Aggiungasi che nel bassori-
lievo egli non sapeva presentare il degradar de’ piani, con-
tento di fare spiccar le figure fortemente nei fondi. A rav-
a