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l’arte fiorentina, il maestro poteva presentarsi con le vecchie
tradizioni e le vecchie forme.
Anche prima che la nuova generazione artistica tenesse
a Firenze tutto il campo nella scultura, Niccolò accettava
lavori a Prato, dove nel 1411 fece la lapide sepolcrale di
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Marco Datini, in San Francesco," e nel 1413 gli fu allogato
insieme con Giovanni di Donato e Lorenzo di Matteo da
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Fiesole il lavoro della nuova facciata marmorea peril Duomo.
Ma già nel 1419 lo scultore accoglie i nuovi inviti che gli
venivano da Venezia, e già vecchio si allontana dalla città
che era stata il teatro della sua fama, ° e si rende a Venezia
per lavorare nella basilica di San Marco distrutta in parte
da un incendio.* Nel 1420 fa ritirare-dall’Opera del Duomo
marmi, legni, lapidi lasciate in un casolare dell’Opera stessa;
e intanto Nanni di Banco aveva quasi condotto a termine
gloriosamente la porta della Mandorla. °
a Niccolò dall’Opera del Duomo: nessun’altra di incarichi affidatigli per la fabbrica di
Santa Maria del Fiore.
I C.v. FABrICZY, Opere dimenticate di Niccolò d' Arezzo in Archivio storico dell’ Arte,
III. 1881, pag. 161.
2 CESARE GUASTI, IZ pergamo di Donatello per il Duomo di Prato, Firenze, 1887
pag. 12.
3 SALVATORE BONGI, Paolo Guinigi e le sue ricchezze, Lucca, 1871, accenna a let-
tere dirette da P. G. al doge di Venezia e ai procuratori di San Marco relative alla fab-
brica di San Marco e a Niccolò di Lamberti. CORNELIO V. FAaBerICZY nell’op. cit. in
Archivio storico italiano riporta le due lettere, una del 27 luglio 1419 e l’altra del 24 febe
braio 1420. Le due lettere sono pure riportate dallo stesso A. nell’articolo Neues zum
Leben und Werke des Niccolò d’ Arezzo (Repertorium fur Kunstwissenscha/ft, 1900, pa-
gina 85). Un’altra lettera di Tommaso Mocenigo a P. G. è riportata dallo stesso, in data
del 19 marzo r4t4, relativa all’acquisto, fatto per parte di Paolo di Iacobello dalle Ma-
segne, del materiale di marmi dalle cave carraresi per i lavori di decorazione della fac-
ciata di San Marco. Le due risposte di P. G. al Mocenigo e ai Procuratori di San Marco,
in data del 14 aprile 1414, Si leggono riassunte nella pubblicazione di LuiG1 FUMI, Re-
gesti Lucchesi, vol. III, pag. 48, n. 197.
4 Cfr. Cronaca Zorzi Dolfin. Bibl. Marciana. It. cl. 7, col. 794, C. 197 € 198.
5 C. v. FarrICzZY, op. cit. in Archivio storico italiano, pag. 17 dell’estratto.
6 Ecco l’elenco delle opere condotte da Niccolò di Piero o a lui attribuite :
Av. il 1388, nella facciata del Duomo d’Arezzo, due statue di pietra, San Luca e
San Donato, oggi assai guaste; nel fianco del Duomo stesso, a mezzogiorno, sulla porta,
la Madonna con San Donato e San Giorgio, figure in terracotta quasi tutte corrose (queste
ed altre attribuzioni di opere di Niccolò di Piero ad Arezzo, ove non fu trovato alcun
documento, sono intertissime); 1384-1388, concorso alla ricostruzione delle mura di Borgo
San Sepolcro, rovinate da terremoto (VASARI, ed. Milanesi, tip. Sansoni, Il, pag. 137);
1391, nell’attico della Loggia dei Lanzi, sei scudi di pietra (FrEY, op. cit.); 1391, due
scudi coll’arme dell’Arte della lana (C. v. F., in Archivio storico italiano, 1902), insieme
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