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o imitazione de’ marmi, e lasciò più libero il campo agli effetti
e pittorici. Allora l’invetriatura divenne meno fine e regolare,
la decorazione alquanto sovraccarica d’ornamenti, l’archi-
tettura senza solidità e robustezza. Qualche volta Andrea
fece uso di stampe per le decorazioni floreali e per gli angio-
letti quadrialati de’ fregi.
L’arte di Luca si complicò in quella di Andrea, si accrebbe
di molti particolari, e i personaggi si strinsero, si pigiarono
Fig. 407 — Firenze, Loggia di San Paolo. Andrea della Robbia: Lunetta.
(Fotografia Alinari).
ne’riquadri, per dire di più, per rappresentare maggiore
spazio di terra e di cielo. L’arte volle anche esprimere con-
cetti mistici, farsi più chiesastica, e perdette popolarità ed
elevatezza morale.
Luca dette alla terracotta la nobiltà de’ marmi, usò leg-
giere patine policromiche, e anche inghirlandando il monu-
mento Federighi pensò a incrostazione di gemme e di marmi
colorati. Statuario sempre, ottenne pure dalla terracotta la
E solennità monumentale. Mancò invece ad Andrea la prepa-
° i razione dello scultore di marmi; egli cominciò modellando i