Full text: La scultura del Quattrocento (6)

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o imitazione de’ marmi, e lasciò più libero il campo agli effetti 
e pittorici. Allora l’invetriatura divenne meno fine e regolare, 
la decorazione alquanto sovraccarica d’ornamenti, l’archi- 
tettura senza solidità e robustezza. Qualche volta Andrea 
fece uso di stampe per le decorazioni floreali e per gli angio- 
letti quadrialati de’ fregi. 
L’arte di Luca si complicò in quella di Andrea, si accrebbe 
di molti particolari, e i personaggi si strinsero, si pigiarono 
Fig. 407 — Firenze, Loggia di San Paolo. Andrea della Robbia: Lunetta. 
(Fotografia Alinari). 
ne’riquadri, per dire di più, per rappresentare maggiore 
spazio di terra e di cielo. L’arte volle anche esprimere con- 
cetti mistici, farsi più chiesastica, e perdette popolarità ed 
elevatezza morale. 
Luca dette alla terracotta la nobiltà de’ marmi, usò leg- 
giere patine policromiche, e anche inghirlandando il monu- 
mento Federighi pensò a incrostazione di gemme e di marmi 
colorati. Statuario sempre, ottenne pure dalla terracotta la 
E solennità monumentale. Mancò invece ad Andrea la prepa- 
° i razione dello scultore di marmi; egli cominciò modellando i
	        
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