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debole busto di un donatelliano, ritratto di Riccardo della
Luna, nel Museo Nazionale di Firenze: RINALDO . DELLA.
LNNA .SVE . RTATIS ; XKVIE ANNO OPVS . MINI. NE(?)
MCCCCLXI. La costruzione della testa è migliore delle altre
indicate, ma i capelli sono in una forma insolita in Mino.
Per la prima volta, con sicurezza, Mino da Fiesole s’in-
contra a Roma il. 5 di luglio 1463, intento al lavoro del
pulpito della Benedizione, fatto erigere da Pio II innanzi
alla basilica di San Pietro; ma la morte di quel Pontefice,
avvenuta il 15 agosto 1464, impedì la prosecuzione dell’opera,
che, ripresa quindi nel 1469, divenne una specie di loggiato
congiunto poi ai palazzi vaticani, ingrandito da Alessandro VI
e da Giulio II, senza che vi avesse luogo nè per bassori-
lievi, nè per statue. Si è supposto che il materiale del pul-
pito fosse poi adoperato nel ciborio di Sisto IV; ma l’ipo-
tesi non regge” per chi osservi i pretesi frammenti del pul-
pito stesso, lavorati da artisti che nel 1463 non figurano,
quando si eccettui Mino da Fiesole, il quale del resto dopo
il luglio di quell’anno non s’incontra più tra i marmorari del
pulpito, nè in Roma. Anzi il 28 luglio di quell’anno si trova
a Firenze, dove si fa matricolare all’Arte dei maestri di pietra
e di legname. Dal prospetto cronologico della vita e delle
opere di Mino, ° rileviamo che nel 1464 scolpì il busto di
Diotisalvi Neroni e fece l’altare e il sepolcro per il vescovo
Salutati nella Cattedrale di Fiesole; probabilmente nel ’68
lavorò la sepoltura di Bernardo Giugni (+ 1466) nella chiesa
di Badia in Firenze; nel ‘69 prese a fare per la stessa chiesa
la sepoltura del Conte Ugo, e forse nell’anno medesimo
aveva scolpito la tavola commessagli da Diotisalvi Neroni,
per la chiesa di San Lorenzo, ora in quella di Badia. Final-
mente abbiamo modo di esaminare l’artista, che in giovi-
1 L’ipotesi fu fatta da DOMENICO GNOLI, in Archivio storico dell’ Arte cit., pag. 457
e seg.; ma le notizie di spese per il pulpito si riferiscono soltanto a trasporto di marmi,
a lavoro di 130 braccia d’architrave, ad archi e pilastri.
2 VasaRrI, ed. cit., III, pag. 129. Nel BURCKHARDT - BODE - FABRICZY, Der Cicerone,
la cronologia di queste prime opere di Mino è alquanto differente, ma più esatta.