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quella cassa finale; il passaggio dalle forme quadre alle curve,
non riescito. Tutte poi quelle figure di Santi, di Virtù e
d’angioli che adornano il ciborio sono disfatte, come quelle
del pergamo di Prato.
In questo scolpì la Danza d Erodiade, facendo un put-
tino che arriva poco più su del ginocchio d’altri fanciulli,
e nel fondo della tribuna due faccioni di sonatori di flauto,
appiattiti, con la testa doppia di quella di Salome danzante
nel primo piano. Tutto è sgangherato: la nicchia su cui sta
Erode è per una pupattola assai minore di lui; + paggetti a
destra non si reggono sulle gambe di imarionette. Così all’in-
circa nella scena della Decollazione del Battista e della Presen-
tazione della testa ad Erode, dove la parte più rilevata è mi-
nore dell’altra che si slarga e dilaga sul fondo. Una figura
di donna, a destra nella prima scena, ricorda particolarmente
il busto a bassorilievo del Museo Nazionale di Firenze, re-
cante la scritta: ET IO DA . MINO O AVVTO.EL. LUME. Và in
esso quella gonfiezza di forme e quella ricchezza d’orna-
menti perlati propri in quel tempo di Mino.
Nel 1473 egli eseguì anche l’altare della cappella Ba-
glioni, in San Pietro di Perugia, riunendo in uno il ciborio
e la pala d’altare. Più ricco del solito, ma meno cercato e
fine, negli ornamenti, specie nella cornice superiore, ne’ pila-
strini e nel basamento, non riesce tuttavia a collegar le parti
del trittico, le due nicchiette laterali coi Santi Girolamo e
Giovan Battista, con la parte mediana sprofondata nella pa-
rete, a mo’ di stanzetta, col soffitto a formelle e le due aper-
ture o porte per le quali entrano oli angioli assistenti il
Bambino. Insomma, prima della venuta a Roma, Mino da Fie-
sole manca di struttura, di equilibrio, di proporzione.
Venne a Roma probabilmente nel 1473, forse dopo aver
collocato al posto l’altare in Perugia, e vi dimorò sino al 1480,
anno in cui tornò a Firenze. La prima opera a cui attese fu
t In un documento pubblicato da C; von Fansiczy leggesi che il 12 ottobre 1474, da
un anno e più non aveva abitato una casa presa a pigione in Firenze.