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Giuliano Verrocchi orefice. Dalla bottega di questi passò a
SONO lavorare con Donatello, del quale egli finì il lavabo nella
_- sagrestia di San Lorenzo, con la decorazione rifuggente dai
" fi ricami marmorei, di rilievo gagliardo, con teste leonine e
- chimere. Nell’aprile del 1461 gli Operai del Duomo di Or-
a vieto lo invitarono a presentare un disegno, in concorrenza
ARI con Desiderio da Settignano, Giuliano da Maiano e Giovanni
- di Francesco Cini da Siena, per un’edicola da erigersi in
- i quel Duomo dedicata alla Madonna detta della Tavola;* ma
| non gli arrise la sorte, perchè gli Orvietani non sapevano
ribellarsi mai del tutto alle tradizioni artistiche senesi, a
una specie di soggezione alla madre Siena; e la vittoria di
Ste fatti, a quanto pare, fu del capomaestro del Duomo, di Gio-
i vanni di Meuccio senese. Morto Donatello, il Verrocchio
i prese il posto da lui tenuto presso la famiglia medicea.
- Nel 1467 fu chiesto di consiglio per la palla della cupola di
o sinistro Santa Maria del Fiore; ”° iniziò il gruppo di Cristo e San
- Tommaso per Orsanmichele, compiuto soltanto nel 1483;
"a finì la tomba di Cosimo de’ Medici « Padre della Patria »,
- ne’ sotterranei di San Lorenzo. Poi, tra la sagrestia della
i stessa chiesa e la cappella dei Santi Cosmo e Damiano,
ria relatt l’anno 1472 collocò la sepoltura di Pietro Giovanni de’ Me-
ir dici: quando essa si scoprì, Jeggesi in un antico ricordo,
sagra < il popolo, quasi fosse chiamato a vedere una meraviglia del
si mondo, vi concorse tutto (sic) Firenze ». Nella sepoltura,
N dice il Vasari, « è una cassa di porfido, retta da quattro can-
atele tonate di bronzo, con girari di foglie molto ben lavorate e
piani finite con- diligenza grandissima. La sepoltura è collocata
ne nell’apertura d’una finestra, e posta sopra un basamento che
ah divide la cappella del Sacramento dalla sagrestia vecchia.
n i E sopra la cassa, per ripieno della apertura insino alla vòlta,
pari fece una grata a mandorle di cordoni di bronzo naturalis-
04 ! Fumi, Ricordi di un oratorio del secolo XV nel Duomo d’Orvieto in Archivio sto=
gu rico dell’ Arte, IV, pag. 47 e seg.
2? GUASTI, op, cit., e €. v. FABrICZY nel cit. Archivio stor. dell’ Arte, 1895, pag. 174.